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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 8 aprile 2015

L'Unione Mincio-Po non ha senso

Cari amici ed amiche,

sull'Unione Mincio-Po cade una pioggia di polemiche.
Sui giornali, ci sono scambi di idee al vetriolo tra il Sindaco di Roncoferraro Federico Baruffaldi, da una parte, e gli amministratori ed ex-amministratori di Villimpenta e Castel d'Ario ed il Comitato "Roncoferraro: la parola ai cittadini", dall'altra.
L'articolo di giornale (che ho preso dal gruppo su Facebook del succitato comitato) ne è la dimostrazione.
Ora, io esprimo un parere senza polemizzare con nessuno.
Io non parlo di "duci", "ducetti" ed "ex-ex-amministratori arzilli".
Queste cose non mi interessano.
Io preferisco andare al sodo.
Il Sindaco Baruffaldi dice che l'Unione Mincio-Po, l'unione intercomunale tra i Comuni di Roncoferraro, Sustinente, Serravalle Po ed Ostiglia, non porterà ad una fusione.
In verità, la cosa non è così.
Infatti, le unioni intercomunali sono propedeutiche alle fusioni.
In passato, si era tentato di fare delle fusioni di Comuni attraverso referendum e senza passaggi intermedi ma i successi di tali operazioni sono stati pochi.
Qui nella Provincia di Mantova l'unica fusione riuscita è quella tra i Comuni di Virgilio e Borgoforte.
Come ha detto un giudice della Corte Costituzionale nella trasmissione televisiva "L'aria che tira" (che è condotta di Myrta Merlino e che va in onda su La 7), per abolire un ente bisogna prima toglierne le competenze.
Quel giudice aveva detto ciò in merito alla questione delle Province.
Ora, riguardo alle unioni intercomunali, il discorso è simile.
Per sopprimere quattro Comuni (per farne uno) bisogna toglierne progressivamente le competenze, accorpando i servizi.
L'unione intercomunale è quindi un passaggio che porta alla fusione.
Il problema riguardo all'Unione Mincio-Po sta nel fatto che Roncoferraro non c'entri nulla con gli altri tre Comuni.
Sustinente, Serravalle Po ed Ostiglia sono Comuni rivieraschi, i cui capoluoghi si affacciano sui fiumi Mincio e Po.
Essi sono legati ai fiumi da un punto di vista culturale, storico, economico e sociale.
Non sono d'accordo con chi dice che i fiumi non hanno più importanza.
Pur essendo vero il fatto che oggi ci siano per la mobilità i mezzi su gomma e su rotaia è però altrettanto vero che un Comune rivierasco resti inscindibilmente legato al suo fiume sotto tanti aspetti.
Roncoferraro, invece, è un Comune di terra e di agricoltura.
Qualcuno mi dirà: "E la frazione di Governolo?".
Io rispondo dicendo che Governolo è (per l'appunto) una frazione ed una frazione (che va comunque rispettata) non può decidere per un intero Comune, pur essendo nel caso specifico assai importante.
In democrazia conta la maggioranza e la maggioranza del Comune sente come non sua l'Unione Mincio-Po.
Comunque, mi risulta che tra Governolo non corra buon sangue, per via di alcuni campanilismi.
Quindi, neppure agli abitanti Governolo potrebbe piacere l'Unione Mincio-Po.
Inoltre, la spesa pro-capite di Roncoferraro è assai più bassa di quella degli altri tre Comuni.
I dati sono del Ministero degli Interni.
A Roncoferraro la spesa media pro-capite è di 575 Euro.
Ad Ostiglia, questo parametro è pari a 1024 Euro.
Risulta che in caso di implementazione dell'Unione Mincio-Po e di eventuale fusione (perché, ripeto, le unioni intercomunali sono dei passaggi intermedi per le fusioni, altrimenti non avrebbe senso farle) noi roncoferraresi pagheremmo di più, circa 794 Euro, in base ai calcoli.
Sia chiaro, nessuno è contro le unioni intercomunali.
Per Roncoferraro, l'unica unione intercomunale possibile è quella con i Comuni di Bigarello, Castel d'Ario e Villimpenta.
Con questi Comuni ci sono affinità storiche, culturali e sociali ed anche i parametri di spesa pro-capite sono vicini.
Termino, affermando che l'unione intercomunale è di per sé propedeutica alla fusione proprio perché altrimenti non avrebbe senso farla.
Oggi, infatti, si parla di abolizione delle Province e di semplificazione.
Se le unioni intercomunali non fossero dei passaggi intermedi per le fusioni si creerebbe un altro livello di governo che si aggiungerebbe agli altri quattro esistenti, che sono i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato.
Avere quattro livelli di governo è già troppo...averne cinque sarebbe insensato, visto che si parla di semplificazione.
Cordiali saluti.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.