Cari amici ed amiche,
l'amico e collaboratore Angelo Fazio mi ha portato all'attenzione un articolo del Circolo Plinio Correa de Oliveira che è intitolato "Popolo mio, che cosa ti ho fatto?".
Dell'articolo riporto questo pezzo:
"I tuoi nemici, Signore, hanno cospirato contro di te. Senza grande sforzo hanno sollevato la plebaglia ingrata, che ora ribolle di odio contro di te. L'odio. E' quanto ti circonda da ogni parte, ti avvolge come una densa nube, si scaglia contro di te come un buio e freddo temporale.
Odio gratuito, odio furioso, odio implacabile: non si sazia di umiliarti, di colmarti di obbrobri, di riempirti di amarezza; i tuoi nemici ti odiano al punto da non sopportare più la tua presenza fra i vivi, e vogliono la tua morte. Vogliono che tu scompaia per sempre, che ammutolisca il linguaggio dei tuoi esempi e la saggezza dei tuoi insegnamenti. Ti vogliono morto, annientato, distrutto. Solo così riusciranno a placare il turbine di odio che si leva nei loro cuori.
Anche secoli prima della tua nascita, già il profeta prevedeva questo odio suscitato dalla luce delle verità che avresti annunciato, dal fulgore divino delle tue virtù: "Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho disgustato?" (Mic. 6, 3). E interpretando i tuoi sentimenti, la sacra liturgia grida agli infedeli di ieri e di oggi: "Che cosa avrei dovuto fare per te, e non l'ho fatto? Ti ho piantato come una vigna scelta e preziosa: e tu ti sei trasformato in una eccessiva amarezza per me; nella mia sete mi hai dato da bere aceto, e hai trapassato con una lancia il costato del tuo Salvatore" (Improperi).
L’odio levatosi contro di te è stato tanto forte che la stessa autorità di Roma, che giudicava il mondo intero, si piegò vigliaccamente, si ritirò e cedette davanti all'odio quanti ti volevano uccidere senza ragione alcuna. L'alterigia romana, vittoriosa sul Reno, sul Danubio, sul Nilo e sul Mediterraneo, è annegata nel bacile di Pilato.".
Ringrazio Angelo.
Sui miei collaboratori dovrò scrivere qualcosa.
Ho dei collaboratori in gamba e meritano tantissima considerazione.
Ora, faccio qualche riflessione su queste parole.
La generazione di uomini di oggi è assai più ribelle ed arrogante di quella dell'epoca di Gesù Cristo.
Oggi, la nostra generazione ha la scienza e ha tante conoscenze.
Però, noi stiamo facendo come Lucifero.
Ci stiamo ribellando a Dio.
Lo facciamo perché crediamo di non avere bisogno di nessuno.
Forse, se Cristo morisse e risorgesse in quest'epoca tanti di noi non crederebbero e continuerebbero a non credere.
Essi incomincerebbero a dire: "La cosa è scientificamente spiegabile".
Questa generazione è perfida.
Così facendo, noi ci stiamo distruggendo.
Quando un popolo si dimentica di Dio il disastro è alle porte.
Gli orrori del nazismo e del comunismo furono prove di ciò.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Mi perdoni caro antonio, non credere non significa essere perfido. Porti rispetto per chi ha idee diverse dalle sue!
RispondiEliminaIl termine "perfido" non significa solo "malvagio" ma può significare anche "privo di fede".
RispondiEliminaMa allora avrebbe dovuto specificarlo. Inoltre mi pare eccessivo parlare di distruzione ecc: se una persona non crede non può farci nulla e in ogni caso può essere molto più costruttiva di tanti credenti.
RispondiEliminaNon mi piace chi si erge a migliore degli altri. E purtroppo di persone così ce ne sono a bizzeffe sia tra i credenti che tra gli atei. Se lei crede ed è un buon cittadino porta alla 'costruzione'. Lo stesso vale per un ateo. Ergo: credenti ed atei sono uguali per realizzare una società pacifica e piena zeppa di alti valori.
La società di oggi è uno sfacelo.
RispondiEliminaNon ha valori.