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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 11 aprile 2015

L’asino che portava il sale



Viveva in un villaggio un mercante che si serviva del suo asino da soma, per trasportare nella vicina città i carichi di prodotti da vendere.

Un dì incaricò l’animale di provvedere ad una consegna.

Il ciuchino era molto pigro di carattere e aveva poca voglia di lavorare, ma gli toccò ubbidire agli ordini del padrone, così si incamminò svogliatamente per la strada.

Durante il percorso, cresceva il suo rancore nei confronti di quel padrone che lo obbligava a trasportare pesi.

Il caldo gli mise sete, così, arrivato nei pressi di un fiume, sostò per dissetarsi e si immerse per rinfrescarsi, guadando il fiume fino alla sponda opposta.

….ma il carico che trasportava era sale!!! A contatto con l’acqua si sciolse e l’asino se ne rallegrò doppiamente: si era liberato del peso della merce e aveva beffeggiato il padrone.


Tornato a casa, il padrone vide le gerle vuote ed immaginò che la consegna fosse avvenuta.

Nei giorni seguenti, il padrone incaricò ancora l’asino di portare altri carichi in città.

Il ciuco partì già con l’intenzione di ripetere la precedente esperienza; e così fu: arrivò al fiume, bevve, si immerse, il carico di sale si sciolse nuovamente e lui, alleggerito, non dovette faticare per il trasporto.

Anche questa volta tutto filò liscio, l’asino si sentiva molto furbo per aver trovato questo espediente che gli permetteva di non faticare.

Il padrone dispose un terzo carico per il trasporto, ormai l’asino si sentiva sicuro del successo del suo programma e accettò di buon grado la consegna, risparmiandosi lamentele.

Arrivato al solito fiume, bevve dell’acqua e si immerse, aspettando che il carico di sale si sciogliesse a contatto con l’acqua.

Asino che non sei altro!

Questa volta il carico conteneva spugne, che nel fiume, assorbirono l’acqua appesantendo il carico che trascinò, a causa dell’eccessivo peso, il ciucchino sul fondo del fiume, dove annegò.

La morale della favola è: chi scappa dai propri doveri, incontra l’insuccesso!

Esopo (Scrittore greco antico)

6 commenti:

  1. Ma vale per chi non fa un cazzo e fa il mantenuto da mamma e papá?

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  2. Sei una cloaca e sei anche vigliacco.
    Metti la faccia che dopo ti faccio vedere io.
    E' comodo insultare gli altri senza mettere la faccia.
    Hai paura di una denuncia?
    Io non mangio a casa tua.
    Nemmeno la mia amica e collaboratrice Stephanie (l'autrice di questo bell'articolo) mangia a casa tua, visto che lei lavora.
    Quindi, se vuoi un consiglio: "Fatti gli affari tuoi".
    E' meglio per te.
    Se questo blog non ti piace, vai da un'altra parte.
    Qui in Italia ci sono anche quelli che la pensano come me.
    Se non ti sta bene, vattene in Iran.

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  3. Ma io non ce l'ho con i tuoi collaboratori, ce l'ho proprio con te. Anzi a lei chiedo scusa eventualmente, ma volevo farti una domanda: cosa si prova a vomitare tutto il giorno contro l'assistenzialismo tipico della "sinistra" quando non si fa un cazzo dalla mattina alla sera? Cioè, riesci a guardarti allo specchio? Rinnovo le mie scuse ai tuoi collaboratori, che sappiano bene il fallito per cui hanno deciso di prestare la causa

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  4. Guarda che io non prendo soldi dallo Stato. Io non godo dell'assistenzialismo della sinistra. Sono altri quelli che godono di ciò. Metti la faccia in ciò che scrivi.

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  5. Rileggi bene ció che ho scritto. Se non capisci ti faccio un disegno.
    "Cordiali saluti"

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  6. Io mi guardo allo specchio. Non ho nulla sulla coscienza.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.