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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 15 aprile 2015

Il topo di campagna e il topo di città


C’era una volta un topo che viveva in campagna e che un giorno decise di invitare a pranzo un suo parente che viveva in città. Per l’occasione cercò di preparare un sontuoso memorabile pasto, così si diede da fare e riuscì a racimolare grandi prelibatezze per il suo palato: chicchi di grano, bacche selvatiche e semi d’orzo. Soddisfatto attese il suo ospite e quando giunse pranzarono insieme di buon appetito.
Ma il topo di città, a fine pasto, non fù soddisfatto, così invitò a sua volta il topo di campagna a casa sua in città: “Vedrai, ti mostrerò cibi squisiti e pietanze che non hai mai assaggiato!“.
Così i due partirono alla volta della città, quando giunsero a casa del topo di città, il topo di campagna rimase sbalordito da tanta suntuosità: la casa era grande, luminosa, confortevole e calda: “Sono senza parole, caro cugino. La tua casa è una reggia. Non credevo potesse esistere tanta ricchezza!“.
Quella sera, quando tutto fu quieto e la casa piombò nel sonno, il topo di città condusse il topo di campagna in sala da pranzo dove gli mostrò una tavola imbandita ancora dagli avanzi di pietanze della cena. Il topo di campagna assaggiò cibi mai prima provati, gustandosi quei profumi e quei sapori quasi in estasi: “Avevi ragione caro cugino, mai ho provato nulla di simile!“.
Ma ad un tratto il banchetto fu interrotto dall’arrivo di un enorme muso con le orecchie a punta e i baffi lunghi lunghi su cui passava una lingua ruvida e enorme: era il gatto di casa.
A momenti al topo di campagna venne un infarto. I due topi furono costretti a scappare, correndo a nascondersi.
Il topo di campagna si accomiatò dal cugino e tornò alla sua casa di campagna: Meglio vivere in pace e in povertà che vivere in ricchezza ma nella paura!

Esopo (Scrittore greco antico)

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Ringrazio un caro amico di questa foto.