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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 12 marzo 2014

Ricordiamo Joe Petrosino

Cari amici ed amiche.

Il 12 marzo 1909 anni fa morì Joe Petrosino.
Nato a Padula (Salerno), il 30 agosto 1860, Joe (in italiano Giuseppe) andò a vivere a New York (1873) con la sua famiglia.
Dapprima, egli si mantenne vendendo giornali e lucidando le scarpe e studiò la lingua inglese.
Nel 1877, egli acquisì la cittadinanza americana.
Lavorò come netturbino ed era caposquadra.
In quegli anni arrivarono molti immigrati italiani che popolarono il sobborgo di New York chiamato Little Italy, ove Joe crebbe.
Questo creò problemi di ordine pubblico.
I poliziotti, che erano per lo più irlandesi ed ebrei, non capivano gli immigrati americani.
Nel 1883, Petrosino entrò nella polizia, dopo essere stato spazzino dipendente dal Dipartimento di Polizia ed informatore.
La sua vita fu dura.
Gli italiani d'America sospettavano di lui ed i colleghi lo dileggiavano.
Eppure, ebbe un estimatore,  l'Assessore della Polizia  Theodore Roosevelt, che divenne Presidente degli Stati Uniti d'America nel 1901.
Con l'appoggio di Roosevelt, Petrosino divenne sergente nel 1895.
Come sergente, egli iniziò a contrastare la mafia, venendo meno in simpatia agli occhi di molti suoi connazionali a Little Italy.
Nel frattempo sposò la vedova Adelina Saulino, da cui ebbe una figlia a cui diede il nome della madre.
Nel 1905, egli divenne tenente.
Da tenente iniziò a fare un'operazione su vasta scala contro la Mano Nera, la mafia.
Egli aiutò il tenore Enrico Caruso che fu minacciato dai gangster.
Petrosino si infiltrò anche in un'associazione anarchica che voleva uccidere il re d'Italia Umberto I, scoprendo l'intenzione di quest'ultima di uccidere il presidente americano William McKinley, durante un'esposizione Pan Americana a Buffalo. Informato dai servizi segreti, McKinley ignorò l'avvertimento ed il 6 settembre 1901 fu ucciso da Leon Czolgosz.
Seguendo una pista che portava all'Italia, Petrosino volle infliggere un colpo mortale alla Mano Nera.
La missione era top secret ma a causa di una fuga di notizie i suoi dettagli erano apparsi sul New York Herald.
Il 12 marzo 1909, Petrosino fu ucciso a Palermo con tre colpi di pistola.
Si ritennero responsabili della sua morte il boss Vito Cascio Ferro ed il boss Giuseppe "Piddu" Morello.
Petrosino fu un esempio di integrità.
Egli fece arrestare ben 2.500 persone e ne fece espellere 500.
Forse, dovremmo prendere esempio da lui e non avere paura di dire no alla mafia e ai suoi atteggiamenti, senza fare della lotta alla mafia una lotta politica.
Cordiali saluti.



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.