Cari amici ed amiche.
Voglio rispondere a Gaspare Serra, uno studente palermitano che (tramite e-mail) mi ha inoltrato un articolo del suo blog "Panta Rei".
L'articolo è intitolato "Dove c'è "casta" c'è Italia" .
Ora, la sua analisi può anche essere condivisibile ma una cosa va detta.
L'attuale situazione dell'Italia è dovuta al fatto che non sia stata fatta nessuna seria riforma.
Per esempio, oggi noi abbiamo cinque regioni che possono tenersi i loro soldi, per via dello statuto speciale.
Inoltre, a causa delle politiche assistenzialistiche, il sud non è più capace di produrre ricchezza.
Quindi, tutto il peso del fisco grava sul nord.
Questo ha generato un circolo vizioso.
Al sud, il ceto politico si è ingrassato con le politiche assistenzialistiche.
Dove c'è assistenzialismo si arriva a questo punto.
Del resto, anche qui al nord ci sono grossi problemi di questo tipo.
Basti pensare al Comune di Torino, che risulta il più indebitato d'Italia. Esso è stato amministrato con politiche di assistenzialismo.
Sarebbe bastato attuare il federalismo.
Ogni Comune, ogni Provincia, Ogni Regione e lo Stato sarebbero stati responsabilizzati ed avrebbero pagato ogni errore.
Invece, nell'attuale situazione, lo Stato ripiana i debiti, andando ad ingrassare i ceti politici locali che hanno fatto i danni.
Nel 2006 era stata fatta votare una riforma federalista e, fatemelo dire, la parte politica a cui fa riferimento anche Gaspare Serra aveva fatto di tutto per farlo bocciare.
Inoltre, si dovrà applicare il principio di sussidiarietà.
Bisogna fare in modo che siano premiati solo i progetti virtuosi.
Solo così si potrebbe fare qualcosa.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Caro Antonio,
RispondiEliminaprescindendo dalle appartenenze politiche di ognuno (io cerco sempre di ragionare secondo le mie logiche, non assecondando le logiche di partito!), condivido gran parte di ciò che dici.
Del resto, il mio articolo a cui hai fatto riferimento rappresenta solo il prologo di una serie con cui affronterò vari problemi...
Quel che penso, in sintesi?
1- La nostra PRIMA REPUBBLICA è stata affidata nelle mani:
- di uomini come Giulio Andreotti e Bettino Craxi (per la Giustizia italiana, l’uno "associato alla mafia" fino al 1980, l’altro "latitante"...)
- e di partiti “affaristi” come la Dc e il Psi...
Per questo (e non solo…) è meglio archiviare definitivamente quella stagione politica (anche se ancora in parte “sopravvive” in Parlamento!).
E’ in gran parte responsabilità di quella generazione di politici, del resto, il fardello del debito pubblico che pesa oggi sulle nostre spalle!
2- La SECONDA REPUBBLICA, invece, è rimasta in realtà “sulla carta”: indica solo "uno slogan", essendo abortita ancor prima di nascere!
Nata sulle ali del rinnovamento e sulla promessa di radicali riforme, è rimasta piuttosto "ferma al palo":
- l’unica riforma degna di questo nome realizzatasi, quella del Titolo V, è risultata incompleta e incompiuta (fonte di persistente conflittualità tra Stato e Regioni);
- i referendum del ‘93 su legge elettorale e finanziamento pubblico ai partiti sono stati "traditi" dagli stessi partiti (prima con l’introduzione dei rimborsi elettorali, poi col famigerato "porcellum"!);
- e, per di più, ancor oggi, 20 anni dopo, si spacciano per "nuovi" o "evergreen" personaggi che già nel ‘92 si facevano promotori del cambiamento (Bossi, Berlusconi, Fini, Casini, Bersani...)!
3- La TERZA REPUBBLICA, infine, per me dovrebbe essere semplicemente il completamento di quella "transizione infinita" iniziata nel ‘92!
Come?
1- Riformando "da cima a fondo" l’assetto istituzionale del Paese (dallo Stato ai Comuni, in primis abolendo le province, realizzando un vero federalismo e introducendo il semipresidenzialismo...);
2- e chiedendo alla politica di tornare a fare "Politica" (di occuparsi non più di leggi "ad personam", di embrioni, di intercettazioni o di scandali privati… bensì dei problemi "reali" delle famiglie!).
Siamo l’unico Paese in Europa, tra l’altro, in cui i partiti, rinnegate le ideologie, hanno finito col “vergognarsi” di chiamarsi tali (sono proliferati, così, gli asinelli, gli elefantini, le margherite, i forza Italia, i futuro e libertà, l’Italia dei valori...).
Sta di fatto, però, che i "non partiti" italiani hanno commesso più disastri dei partiti tradizionali (più che col loro agire con la loro inerzia, impotenza, incapacità... col loro "tirare a campare"!
Il risultato?
"Tutto è cambiato perché nulla cambiasse!"
Per questo noi, da semplici cittadini (ognuno con le proprie idee politiche) dovremmo chiedere solo e soltanto una cosa: un "cambiamento"!
Non "fine a se stesso", si capisce, bensì finalizzato a porre le condizioni per la nascita di nuove istituzioni, più "decisioniste" e "democratiche" al tempo stesso...
Saluti...
L'unico modo per archiviare la situazione politica è fare le riforme, a cominciare dal federalismo.
RispondiEliminaSarebbe già un grande passo.
Il presidente Berlusconi (insieme agli amici della Lega Nord) aveva tentato di fare ciò e l'hanno ostacolato in tutti i modi.
Purtroppo, in Italia c'è un sistema incancrenito.
Se non si facessero le riforme, il rischio di affondare sarebbe un pericolo concreto.
Certo, noi giovani dobbiamo premere perché ci sia un cambiamento.
Un saluto.
Molte "leggi ad personam" non erano tali, a cominciare dalla legge sulle intercettazioni.
RispondiEliminaNon è giusto che lo Stato intercetti i cittadini indiscriminatamente e che queste intercettazioni finiscano alla stampa.