Cari amici ed amiche.
Le letture delle Sante Messe di oggi e di domani saranno:
1) Dagli atti degli apostoli (capitolo 9, versetti 26-319):
"[26] Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo.
[27] Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù.
[28] Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore
[29] e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo.
[30] Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
[31] La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo.".
2) Dal Salmo 22 (21):
"[1] Al maestro del coro. Sull'aria: "Cerva dell'aurora".
Salmo. Di Davide.
[2] "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza":
sono le parole del mio lamento.
[3] Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,
grido di notte e non trovo riposo.
[4] Eppure tu abiti la santa dimora,
tu, lode di Israele.
[5] In te hanno sperato i nostri padri,
hanno sperato e tu li hai liberati;
[6] a te gridarono e furono salvati,
sperando in te non rimasero delusi.
[7] Ma io sono verme, non uomo,
infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
[8] Mi scherniscono quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
[9] "Si è affidato al Signore, lui lo scampi;
lo liberi, se è suo amico".
[10] Sei tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
[11] Al mio nascere tu mi hai raccolto,
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
[12] Da me non stare lontano,
poiché l'angoscia è vicina
e nessuno mi aiuta.
[13] Mi circondano tori numerosi,
mi assediano tori di Basan.
[14] Spalancano contro di me la loro bocca
come leone che sbrana e ruggisce.
[15] Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
[16] È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,
su polvere di morte mi hai deposto.
[17] Un branco di cani mi circonda,
mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi,
[18] posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano:
[19] si dividono le mie vesti,
sul mio vestito gettano la sorte.
[20] Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, accorri in mio aiuto.
[21] Scampami dalla spada,
dalle unghie del cane la mia vita.
[22] Salvami dalla bocca del leone
e dalle corna dei bufali.
[23] Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
[24] Lodate il Signore, voi che lo temete,
gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele;
[25] perché egli non ha disprezzato
né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto,
ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.
[26] Sei tu la mia lode nella grande assemblea,
scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
[27] I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano:
"Viva il loro cuore per sempre".
[28] Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra,
si prostreranno davanti a lui
tutte le famiglie dei popoli.
[29] Poiché il regno è del Signore,
egli domina su tutte le nazioni.
[30] A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui,
[31] lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
[32] annunzieranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno: "Ecco l'opera del Signore!".
3) Dalla I lettera di Giovanni (capitolo 3, versetti 18-24):
"[18] Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità.
[19] Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
[20] qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
[21] Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;
[22] e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
[23] Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
[24] Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.".
[19] Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore
[20] qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
[21] Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio;
[22] e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui.
[23] Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.
[24] Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato.".
4) Dal Vangelo secondo Giovanni (capitolo 15, versetto 1-8):
"[1] "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
[3] Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
[5] Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
[6] Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
[7] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
[8] In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. ".
[2] Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
[3] Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato.
[4] Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
[5] Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
[6] Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
[7] Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
[8] In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. ".
Cristo è la vite e noi siamo i tralci.
Cristo è la via che conduce alla vita e dà ad ogni uomo la salvezza.
Il suo messaggio è un messaggio di salvezza.
In quanto Figlio di Dio, Gesù stesso è la verità.
Anche la Chiesa, in quanto Corpo mistico di Cristo, è rappresentata dalla vite.
Chi rimane saldo nella fede e mantiene le parole di Cristo in cuore, si salva.
Così Cristo parlò della Chiesa.
Ogni cristiano è un testimone della fede.
Egli testimonia Cristo nella preghiera, nella fede e nelle opere.
Questa testimonianza avviene grazie allo Spirito Santo, lo Spirito che anima il fedele e le rende testimone di Cristo.
Chi sceglie Cristo, lo fa liberamente.
Liberamente, egli sceglie di mettere sé stesso al servizio di Dio e del prossimo.
Questa è la vera libertà.
La vera libertà va di pari passo con la responsabilità, la responsabilità verso Dio e verso gli altri.
Colui che rifiuta questo principio è come il tralcio che si stacca dalla vite.
Egli è destinato a morire.
La vera libertà non è il fare ciò che si vuole, senza regole e senza leggi.
Questa è schiavitù di sé stessi e dei propri istinti.
Chi è schiavo di sé stesso è destinato alla rovina.
La storia ci insegna questo.
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