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lunedì 10 febbraio 2020

Foibe, la Slovenia collabora

Su "Panorama", vi è un articolo di Fausto Biloslavo che è intitolato "E ora la verità sulle foibe di Tito".
Oggi, si commemorano le foibe.
Nelle fosse comuni, secondo stime comunque approssimative, furono uccise circa 250.000 persone, tra prigionieri di guerra e partigiani serbi e croati monarchici.
Anch'essi combatterono contro i nazisti, come combatterono contro i nazisti i partigiani italiani di tradizione cattolica, liberale e monarchica.
Ora, una Commissione governativa slovena fa luce sui massacri rimasti a lungo un tabù, in nome della Realpolitk.
Sappiamo tutti cosa fecero Tito ed i suoi partigiani jugoslavi comunisti, con il placet dei loro "compagni" italiani.
Tito e compagni massacrarono tante persone in Venezia Giulia, in Istria e in Dalmazia.
Nelle foresta di Kocevie, vi è un cippo funebre a ricordo di quanto accaduto.
Lì vicino, vi è una foiba in cui furono buttati coloro che Tito ritenne nemici.
Come racconta Joze Dezman, presidente della Commissione governativa slovena, i prigionieri venivano portati in treno da Lubiana e poi con i camion fino al viottolo dove venivano costretti a levarsi scarpe e vestiti,
Questa fu l'ultima tappa prima dell'eccidio.
Dunque, nelle foibe furono gettate tante persone che ebbero la "colpa" di essere avversari politici del comunisti o la "colpa" di essere italiane.
Riguardo agli italiani, non si può non parlare degli internati nei lager di Tito.
Sempre su "Panorama", Alessio Franconi ha scritto un articolo a riguardo.
Certamente, durante l'occupazione nazista, ci furono alcuni reparti italiani e della Repubblica Sociale Italiana che si macchiarono di crimini ma gli alpini, i bersaglieri ed i granatieri che si arresero furono trucidati o mandati nei lager dai titini, i quali li torturarono.
Nomi come Borovnica e Skofja Loka ci debbono ricordare quei tristi avvenimenti.
Ora, Dezman è uno storico proveniente da una famiglia di partigiani titini.
Il fatto che una persona con quel background familiare abbia deciso di fare luce su quanto accaduto in quegli anni deve farci capire che anche tra coloro che in passato sostennero certe idee ci sono quelli che vogliono fare autocritica.
Sarà un passo avanti in direzione di una vera riconciliazione?
Solo il tempo ce lo dirà.

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