Su Twitter, egli ha scritto:
"Morto uno dei più grandi attori sionisti della storia. Grazie a lui il revisionismo religioso e storico è stato possibile anche su pellicola e il pubblico coccolato dalle bugie, ha così smesso di farsi domande e accettare passivamente tutto Ciao #Kirk".
Non contento, egli ha scritto anche:
"Sanremo: discorsi retorici scritti da zappe e dove trovarli. L'unico che avrebbe potuto alzare il livello dell'infimo palinsesto italiano, manco l'avete mandato in onda a riprova che i sionisti sono dei cacasotto. #RogerWaters".
Scriverò di Sanremo in un'altra occasione.
Purtroppo, Rubio ha perso un'occasione d'oro di evitare di scrivere altre scemenze.
Non solo egli non conduce più trasmissioni come "Camionisti in trattoria" (che oggi è condotta da Misha Sukyas) e "Unti e bisunti".
Rubio non riesce a fare a meno di scrivere cose contestabili.
Quando lo criticano su Twitter, egli blocca i suoi interlocutori.
Rubio deve capire che sta raccogliendo ciò che ha seminato.
Si raccoglie ciò che si semina.
Rubio si è più volte espresso contro Israele, con frasi che rasentano l'antisemitismo.
Infatti, l'antisionismo è antisemitismo.
Questo è un dato di fatto.
Meno male che la Rai non ha accolto la richiesta di inserire Rubio.
Già ci tocca sorbire un Festival di Sanremo in cui la canzone è messa in secondo piano dai soliti predicozzi del "politically correct" e dalle polemiche causate dalle esibizioni di certi pseudo-artisti.
Se poi la Rai ingaggiasse anche un personaggio come Rubio il disastro sarebbe completo.
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