"Non possiamo biasimare gli ebrei che non sono fuggiti alle prime avvisaglie del pericolo che correvano.Vuoi per incredulità verso ciò che sembrava impossibile si potesse verificare.
Concittadini che li hanno denunciati pur avendo prima dimostrato amicizia.
Colleghi e compagni con cui si dividevano gioie e dolori.
Posizioni nella società che sembravano validi motivi per essere protetti.
Impossibilità economiche per abbandonare tutto.
Non è certo facile scappare dalla propria Patria e dovere ripartire da zero.
Per potere giudicare dovremmo avere vissuto in quel contesto.”.
Se fossi vissuto nella Germania nazista o nell'Italia fascista, io non avrei abbandonato i miei amici ebrei.
In primo luogo, io avrei tenuto fede alla mia amicizia.
In secondo luogo, io mi sarei comportato da cristiano.
Come cristiano, faccio notare una cosa.
Mi è stata rivolta un'accusa secondo cui io difenderei più gli ebrei che non i miei stessi correligionari cristiani uccisi.
Ricordo che io sono un cristiano. Non so se sono un buon cristiano ma posso dire di essere un cristiano.
Del resto, non posso dire di me stesso: "Sono un buon cristiano".
Certo, faccio di tutto per essere un buon cristiano. Quindi, difendo (eccome) i cristiani uccisi. Semmai, ricordo che Cristo era un ebreo e quindi essere antisemiti non è da buoni cristiani.
Certo, faccio di tutto per essere un buon cristiano. Quindi, difendo (eccome) i cristiani uccisi. Semmai, ricordo che Cristo era un ebreo e quindi essere antisemiti non è da buoni cristiani.
Dunque, se fossi vissuto nella Germania nazista, io avrei difeso i miei amici ebrei, anche mettendo a rischio me stesso, come avrei difeso altri.
Mettere al servizio degli altri sé stessi è atto cristiano.
Ricordo che nei campi di concentramento finirono ebrei, omosessuali, preti ed altri.
Anche tanti preti cattolici finirono nei campi di concentramento.
Ricordo San Massimiliano Kolbe (1894-1941).
Dunque, stiamo bene attenti.
Ricordo anche che il nazismo voleva distruggere anche il Cristianesimo.
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