Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

martedì 20 novembre 2018

Caso Pernigotti, l'Europa vuole la nostra fine

Sul blog "Gli Occhi della Guerra" vi è un articolo intitolato "La Turchia si è presa la Pernigotti grazie all’aiuto dell’Unione europea".
Riporto codesto stralcio dell'articolo in questione, che è stato scritto da Mauro Indelicato:



"Lo stabilimento dei gianduiotti e dei cioccolatini di Novi Ligure è un pezzo di storia del Piemonte ed uno dei tanti casi di successo della piccola e media impresa italiana. Paolo Pernigotti, figlio del fondatore di un’azienda che in origine era una semplice drogheria a Novi Ligure, nel 1927 intuisce le potenzialità del cioccolato piemontese per eccellenza ed è il primo a porre in essere una produzione industriale del prodotto. Da allora è una crescita continua, il marchio diventa tra i più famosi del Made in Italy. La fabbrica dà inoltre lavoro a centinaia di famiglie, a cui vanno aggiunti decine di lavoratori dell’indotto. Una storia di successo dunque, con il gianduiotto che viene esportato in tutto il mondo. Una storia però che purtroppo per eventi tragici non può continuare nel solco della tradizione di famiglia. Se infatti a Paolo Pernigotti succede il figlio Stefano, quest’ultimo nel 1980 vede entrambi i figli morire in un incidente stradale in Uruguay e rimane senza eredi. Così nel 1995 decide di vendere alla Averna.


L’Ue chiude un occhio sulle tossine turche ed Erdogan ringrazia

Come spiega Carlo Cambi su La Verità, la mossa non del tutto inattesa della Toksöz viene facilitata dalla politica adottata dall’Unione europea in tema di alimenti ed agricoltura. Nel 2013 entra infatti in vigore il regolamento 274/2012, le cui norme vanno a disciplinare l’ingresso di prodotti alimentari nel territorio dell’Ue. Nel regolamento, tra le altre cose, si determina l’importazione di determinati prodotti alimentari da alcuni paesi terzi a causa del rischio di contaminazione da aflatossine. Ma, tra le norme, emerge anche un fatto che appare determinante per le future politiche comunitarie in tema alimentare: vengono ridotti i test sui prodotti importati da alcuni Paesi. In particolare, controlli meno stringenti e meno severi iniziano ad essere disposti per le nocciole turche. Ankara è il primo Paese produttore di nocciole, subito dietro vi è l’Italia. Appare palese il primo sgarbo a Roma: si favoriscono le nocciole anatoliche, a discapito di quelle italiane che pure per qualità risultano di gran lunga le migliori.

La Pernigotti però rimane italiana, ma solo per un altro ventennio: nel 2013 la famiglia Averna vende tutto alla multinazionale turca Toksöz. Presagio di quanto di drammatico sta accadendo dal 6 novembre scorso, quando cioè l’azienda con sede ad Istanbul decide di portare in Turchia lo stabilimento senza però rinunciare al marchio. In poche parole, le etichette della Pernigotti dovrebbero ancora indicare gianduiotti e cioccolatini ma non più italiani. Tutto, secondo i piani della Toksöz, dovrebbe essere definitivamente prodotto in Turchia. Ed è qui che entrano in gioco i recenti provvedimenti europei ed i rapporti tra Bruxelles ed Ankara
.".

Questo mi convince sempre di più ad indignarmi e fa indignare ogni persona con un minimo di buonsenso.
In pratica, la multinazionale turca Toksöz chiuderà lo stabilimento qui in Italia, per portarlo in Turchia, usando il marchio della Pernigotti.
Questo è assurdo.
Così facendo, si spaccia per italiano ciò che italiano non è.
L'Unione Europea ha fatto un'azione vergognosa.
Qualcuno mi dirà: "Spari a zero contro l'Unione Europea".
Io rispondo, facendo notare che quanto riportato dall'articolo basti già per essere profondamente ostili verso questa Unione Europea.
Questa Unione Europea ha favorito il commercio delle nocciole turche, ai danni di quelle nostrane.
Però, riguardo alle le nocciole turche vi è il rischio di aflatossine, che sono cancerogene per il fegato.
Sono diplomato in chimica e biologia e so cosa sono le aflatossine.
Sono tossine prodotte da una muffa denominata Aspergillus flavus.
Se dovessi ragionare con la pancia, augurerei di ammalarsi di cancro al fegato a coloro che hanno fatto questo scempio.
Dato che io non sono uno che ragiona di pancia, non auguro una cosa del genere a nessuno, sapendo cosa sia il cancro, avendo perso dei cari a causa di quella orrenda malattia. 
Non lo auguro neppure al mio peggiore nemico. 
Anzi, auspico che un giorno l'uomo possa sconfiggere questa piaga, con la ricerca scientifica.
Tuttavia, proprio perché so quale sia il significato di certe cose, sono molto indignato.
Dunque, non solo saranno danneggiati i produttori di nocciole del nostro Paese e tanti italiani perderanno il lavoro ma potrebbe esserci anche un rischio per la salute delle persone.
Questo non può essere tollerato.
Se l'Unione Europea è questa, io sono tra coloro che ne auspicano la fine.
Se una cosa del genere, io festeggerei con i sovranisti questo avvenimento.
Oltretutto, questa Unione Europea boicotta Israele, che ha standard igienici e di sicurezza altissimi riguardo ai suoi prodotti, mentre permette ad altri di mettere in giro prodotti che potrebbero fare male.
Questo è vergognoso. 




1 commento:

Translate

Liberiamo l'Europa dall'ideologia "Green"

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.