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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 19 novembre 2018

La scrittura

Io amo la scrittura.

Qualcuno mi riterrà un grafomane ma io do molta importanza alla scrittura.
Specialmente oggi, la scrittura è bistrattata.
Penso a certi giovani che quando chattano fanno abbreviazioni assurde.
Eppure, la scrittura permise di trasmettere valori nei secoli.
Penso ad esempio alla Bibbia.
Il popolo ebraico trasmise la Legge attraverso un libro, che poi ebbe la continuazione nel Vangelo.
Nel 476 AD, cadde l'Impero Romano d'Occidente.
Tutte le opere di Aristotele, Platone ed altri del periodo classico furono salvate dai monaci amanuensi che le trascrissero.
Penso anche all'imperatore d'Oriente Giustiniano I (482-14 novembre 565) che scrisse il "Corpus Iuris Civilis" , tra il 528 ed il 542.
Il meglio del diritto romano fu trasmesso così e divenne la base per la prima grande costituzione: la Magna Charta Libertatum che il re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra firmò a Runnymede nel 1215.
Anche la scienza si avvalse della scrittura.
Penso al padre della chimica, l'irlandese Robert Boyle (25 gennaio 1627-30 dicembre 1691), che avrebbe potuto fare ben poco se non avesse avuto fonti scritte precedenti.
Penso anche alle opere di grandi autori, come Virgilio, Plauto, Geoffrey Chaucer,  Jacopone da Todi, Dante Alighieri, William Shakespeare, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi e Federigo Tozzi, che rappresentano ancora oggi pezzi di memoria collettiva.
Anche un libro come "Daemonologie", che fu scritto da re Giacomo VI di Scozia (che nel 1603 divenne re d'Inghilterra con il nome di Giacomo I) rappresenta un pezzo di storia.
Fare quello che fecero, per esempio, i nazisti, quando essi bruciarono le opere di autori che non gradirono, è un atto criminale contro l'umanità.
Il poeta tedesco Heinrich Heine (1797-1856) fu buon profeta quando fece questa affermazione:

"Là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini".

Un libro può essere condiviso o meno o può anche essere condannato ma rappresenta sempre un pezzo di storia e di memoria.
Io mi sono affezionato molto alla scrittura, fin dalle scuole.
Forse, ora l'ho capito.
Mi piacerebbe un giorno potere lavorare nel campo dell'editoria e guadagnarmi da vivere con una cosa che sento veramente mia.
Ogni volta che scrivo una poesia a mano, che redigo un articolo per questo blog, per "Italia chiama Italia" o per "La Civetta", io mi sento veramente felice, poiché sento di avere dato qualcosa agli altri.
Magari, quello che scrivo potrebbe non essere condiviso ma sento di avere dato agli altri qualcosa per la memoria futura.
Per questo, spero di potere trasformare questa passione in un lavoro.
Alcune persone, qui dalle mie parti, mi dicono che non dovrei scrivere nulla perché rischierei di passare per "piantagrane".
Forse, i veri piantagrane sono proprio queste persone poiché io non faccio del male a nessuno e, finché non causo danno ad altri, io faccio ciò che voglio.
Questa è la libertà.


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