Su "Il Giornale", vi è un articolo intitolato "Moralizzatori moralizzati".
Vi riporto questo pezzo di esso:
"I moralizzatori finiscono sempre per essere a loro volta moralizzati. È una legge ineluttabile di quella politica che si preoccupa sempre di fare le pulci agli altri - con fare saccente - dimenticandosi di guardare in casa propria.
E proprio di casa si parla. Di casa Di Maio, per la precisione. Come ha rivelato ieri Repubblica, nel 2006 la famiglia del vicepremier ha condonato 150 metri quadrati di abusi nella sua abitazione di Pomigliano d'Arco. Non ci sarebbe nulla di male, se su quella porta di casa non ci fosse stampigliato il cognome Di Maio. Cioè il politico che, da sempre, pensa che i condoni siano una iattura e quelli che ne usufruiscono dei pericolosi criminali. Gli consigliamo di fare due chiacchiere con suo padre, che di sicuro non è un pericoloso criminale, ma una persona normalissima. Uno dei tanti italiani che, quando può, usufruisce delle sanatorie che lo Stato mette a disposizione. Senza nuocere a nessuno perché, ricordiamolo al forcaiolo Di Maio, c'è abuso e abuso. E allargare una mansarda o fare una finestra non è come costruire una villa in barba alla legge o edificare su un terreno a rischio idrogeologico".
Luigi Di Maio e soci dovrebbero dare delle spiegazioni.
Dovrebbero darne parecchie.
Essi hanno fatto i moralizzatori contro questo o quell'altro soggetto ma poi essi non sono diversi dagli altri.
Essi hanno attaccato i politici precedenti riguardo ai condoni ma ora stanno facendo le stesse cose di questi ultimi.
Quando sono colti in fallo, con le mani nella marmellata, cercano di dare qualche fantasiosa giustificazione o tacciono.
Prima di erigersi a moralizzatori nei confronti degli altri, si deve guardare in casa propria...nel vero senso della parola, visto che la situazione riguarda proprie le case.
Del resto, anche i giacobini della Rivoluzione francese attaccarono coloro che stavano al potere prima di loro, accusandoli di tirannia, ma poi fecero di peggio.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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