"LA SFRONTATEZZA DELL'ASSASSINO
Il puriomicida Cesare Battisti, mai pentito dei suoi crimini, si fa intervistare da La Repubblica in Brasile e con l'abituale sfrontatezza dichiara che l'affermazione di Jair Bolsonaro di estradarlo in Italia è una "fanfaronata".
"Io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole".
Che l'assassino Battisti sia protetto non ci sono dubbi. Lo hanno protetto il galeotto Lula e poi successivamente la truccatrice di bilanci destituita Dilma Rousseff. Ma nemmeno il suo successore, Michel Temer ha fatto molto.
In Brasile l'assassino Battisti è riuscito a fare credere che il terrorismo che praticava in Italia fosse analogo alla lucha armada contro la dittatura brasiliana.
D'altronde, prima del Brasile, Battisti, potè godere degli agi della Francia dove si era rifugiato all'epoca della "dottrina Mitterand". L'assassino Battisti si fece passare per un perseguitato politico e fino a quando la dottrina Mitterand restò in vigore gli andò bene.
Ora è tutto da vedere se Bolsonaro riuscirà e vorrà scardinare la rete di protezione di cui gode questo delinquente e che ha nei giudici della Corte Suprema i suoi referenti istituzionali più influenti.
L'assassino ostenta sicurezza. Vedremo presto se essa è fondata o meno".
Cesare Battisti deve ringraziare il fatto che qui in Italia non governi uno come me.
Se governassi io, chiamerei il presidente brasiliano Jair Bolsonaro (che sembra una persona ragionevole) e gli chiederei di darmi carta bianca nel suo territorio per prendere il terrorista e pluriomicida e portarlo qui in Italia anche con la forza, per processarlo e mandarlo in carcere a scontare la pena.
Non sono per la vendetta ma sono per la giustizia.
Del resto, gli israeliani seppero quello che dovettero fare con Adolf Eichmann.
Noi dovremmo fare al altrettanto con Cesare Battisti.
Speriamo che Bolsonaro riesca a fare ciò che ha promesso.
Le vittime di Battisti aspettano giustizia.
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