Cento anni fa comparvero le stigmate nelle mani, nei piedi e nel costato del noto frate cappuccino.
Con le stigmate, Gesù Cristo volle fare di quel grande frate un testimone autentico del dolore che egli subì per salvare noi.
Cristo sacrificò la sua vita per noi.
Sacrificando la sua vita, Cristo vinse l'opera malefica del demonio.
San Pio fu un testimone delle vicende di Cristo.
Dato che, grazie all'amica e socia Stephanie Caracciolo, si può dire che io abbia un legame con la città di Salto, in Uruguay, lancio un'idea.
Com'è noto, per bilocazione, San Pio apparve anche in quella città uruguaiana.
Nel 1920, un religioso di Salto, un tale monsignor Damiani, incontrò padre Pio e rimase molto colpito da lui.
Rimase così colpito da augurarsi di morire in presenza del frate.
Padre Pio gli rispose: "Morirete nella vostra terra, non abbiate paura".
Così, monsignor Damiani rientrò in Uruguay confortato.
Nel 1942, l'arcivescovo di Montevideo, monsignor Antonio Maria Barbieri (12 ottobre 1892-6 luglio 1979), fu svegliato nel cuore della notte da un frate cappuccino che lo invitò ad andare da monsignor Damiani.
Quando l'arcivescovo giunse, Damiani era già morto.
In mano, aveva un biglietto con scritto: "Padre Pio è stato qui".
Sette anni dopo, l'arcivescovo venne qui in Italia e conobbe padre Pio.
Appena lo vide, riconobbe il frate che lo invitò ad andare da monsignor Damiani.
Secondo me, sarebbe una bella cosa se la comunità italiana di Salto valorizzasse il culto di San Pio.
Tra l'altro, nella zona de L'Aurora, una zona vicina alla città di Salto, vi è un luogo denominato Gruta del Padre Pio, una grotta legata al santo di Pietrelcina.
Sarebbe bello anche un gemellaggio tra Salto e Pietrelcina, un gemellaggio fatto nel segno di questo grande santo.
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