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martedì 27 marzo 2018

Brigatisti di ieri e comunisti di oggi

Su "Panorama", vi è un articolo di Raffaele Leone che è intitolato "Brigatisti di ieri e comunisti di oggi".
Nel mio video, che potrete vedere anche sul mio canale Youtube, ne ho letto questo stralcio:

"Sabato scorso un tratto di viale Tibaldi a Milano ere in tilt per un centinaio di persone che manifestavano. Camionette della polizia, agenti in tenuta antisommossa, caschi, scudi, manganelli, traffico deviato. Ero in auto con le mie figlie e ho abbassato il finestrino per capire come stesse succedendo quando ho sentito questo slogan: "Camerata, basco nero, il tuo posto è al cimitero".
Lo si gridava nei cortei che da liceale cominciai a frequentare più di quarant'anni fa, quando oramai si era passati dall'impegno politico all'ubriacatura ideologica della rivoluzione imminente.
Ne ricordo un altro che mi ha fatto venire i brividi: "Se vedi un punto nero spara a vista, o è un fascista o è un carabiniere". 
E va bene l'attenuante della giovane età, e va bene che da ragazzi si può essere incendiari, ma mi chiedo come fosse possibile scandire imbecillità tali senza pensare a quel che si sta dicendo.
Così, dalla mia auto, mentre spiegavo questi concetti alle mie figlie di dodici e nove anni, sono stato tentato di gridare anch'io: "Ehi voi, svegliatevi".
Mi ha fermato la più grande, rimproverandomi così: "Se erano gli slogan dei tuoi cortei, perché non lo possono essere dei ragazzi di oggi?". 
Perché il tempo non può passare invano, le ho risposto, perché bisogna imparare dagli errori del passato per fare sì che non si ripetano, perché l'estremismo ha portato a tragedie irreparabili".

Ora, io non ho mai sentito gli ex-brigatisti, quelli che compirono atti di terrorismo di matrice comunista, dire che sbagliarono, chiedere scusa e dire anche ai giovani di non cercare di emularli.
Anzi, una di loro, Barbara Balzerani, ha parlato "mestiere della vittima", riguardo alle commemorazioni delle vittime delle Brigate Rosse, come Aldo Moro e Marco Biagi.
Anzi, sembra che i brigatisti di ieri aizzino i giovani comunisti di oggi, con la loro non volontà di dire le cose per fermare l'odio ideologico.
Questo è rilevante e non può essere eluso.
Del resto, i comunisti con la democrazia c'entrano come il cavolo a merenda.
Ricordo che, durante la II Guerra Mondiale, l'intento dei comunisti fu quello di portare l'Italia nell'orbita sovietica e non di portarla alla democrazia.
Dunque, ognuno tragga le conclusioni.


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