Se si ripercorrono le cronache politiche degli ultimi tre anni, l'immagine che viene fuori dal rapporto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è quella di due anime in eterno conflitto.
Al di là delle presunte affinità che qualcuno potrebbe cogliere tra i due, Salvini e Di Maio sono troppo diversi tra loro.
Di Maio propone assistenzialismo.
Il reddito di cittadinanza è l'esempio più lampante.
Salvini propone misure per l'impresa.
Dunque, come si possono conciliare i due programmi.
Per questo, al di là di qualche boutade giornalistica, la sensazione è quella di un'impossibilità di alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega.
I due programmi non sono sovrapponibili.
Anzi, a Salvini converrebbe di più fare l'opposizione con il centrodestra, che dovrebbe restare unito.
Così, Di Maio andrebbe al governo ma non avrebbe la maggioranza.
Salvini dovrebbe fare un'opposizione dura e così Di Maio sarebbe costretto a chiedere i voti al Partito Democratico, il quale sta già dando segni di apertura il Movimento 5 Stelle.
Basti pensare alle parole di Walter Veltroni.
Un governo Movimento 5 Stelle-Partito Democratico sarebbe debole ed il Movimento 5 Stelle non farebbe ciò che ha promesso, cosa che già di per sé sarebbe irrealizzabile.
Per implementare il reddito di cittadinanza servirebbe un PIL dell'8%.
Alle prossime elezioni, che potrebbero esserci prima della scadenza della legislatura, il centrodestra vincerebbe a mani basse e Salvini potrebbe anche essere il nuovo premier.
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