Queste sono le parole scritte su Facebook dal sindaco di Roncoferraro, Federico Baruffaldi:
"Martedì sera è stato approvato il bilancio di previsione per l'anno 2018, bilancio che gli amici consiglieri del PD hanno rifiutato di discutere nel merito, uscendo dal consiglio a suon di "buffoni", denotando una capacità dialettica da fare invidia ad Einaudi (gli stessi che poi in tutte le occasioni auspicano l'abbassamento dei toni di una politica che ormai è diventata solo aggressione personale ed insulto gratuito).
Un po' come quando abbandoni la partita di calcetto che stai perdendo portando via con te il pallone.
Al di là di questa breve e poco onorevole parentesi, siamo quasi pronti per pubblicare un opuscolo informativo per la cittadinanza, con lo scopo di spiegare il bilancio (estremamente complesso anche per gli addetti ai lavori) in forma quanto più chiara possibile.
Un ulteriore passo in nome della trasparenza, per farci fare "i conti in tasca".
Riporto di seguito il mio intervento in consiglio comunale, che è anche un po' il punto della situazione dopo 4 anni di mandato:
"Questi quattro anni sono stati molto impegnativi, scanditi da periodi travagliati ed eventi più e meno piacevoli, che nel bene e nel male hanno lasciato un segno indelebile sulla vita politica della nostra comunità. Fin dai tempi delle primarie del Partito Democratico mi sono, insieme ai miei sostenitori, proposto come elemento di rottura rispetto al passato nell’interesse di tutti i roncoferraresi, e credo di poter affermare in coscienza di esserci riuscito. Certo, questo è avvenuto a prezzo di scelte difficili, anche sotto il profilo umano. Non è stato facile affrontare la vicenda del Fossil Free Energy che mi ha portato doverosamente a denunciare alla magistratura quanto emerso dalle perizie, e non è stato facile rompere con la dirigenza del trasporto protetto (col rischio di apparire il nemico del volontariato roncoferrarese), ma dovevo agire secondo coscienza nell’interesse di tutta la comunità, correndo anche il rischio di essere sfiduciato. Ma i facili calcoli di convenienza politica non mi appartengono, volevo e volevamo finalmente “cambiare faccia a Roncoferraro”, liberarlo da una politica fatta da “sempre quelli”, troppo ripiegata su calcoli da bottega, fatta di troppe omertà e troppo condizionata da patti che poco avevano a che fare con i reali interessi della comunità. Volevamo imprimere un nuovo e migliore corso alla vita politica di Roncoferraro e per farlo, io e i miei sostenitori, abbiamo abbandonato la visione faziosa che troppo spesso avvelena la vita di chi amministra e fa perdere di vista quelli che dovrebbero essere i veri obiettivi di chi gestisce la cosa pubblica e cioè la trasparenza, l’imparzialità, la difesa della legalità e dei diritti delle persone… in una parola: il bene comune. E oggi, nonostante la frattura con il partito democratico che non ha saputo o voluto cogliere il significato di quelle azioni, sono qui.
E se oggi sono qui lo devo al coraggio disinteressato di coloro che mi hanno sostenuto in questi ultimi mesi, al coraggio di coloro che hanno anteposto gli interessi della comunità a tutto il resto, dovendo sopportare troppo spesso critiche tanto feroci quanto ingiustificate.
Oltre ai miei storici compagni di lista che hanno scelto di starmi a fianco, devo ringraziare i consiglieri Claudia Serafini, Mario Rigoni e Luca Papotti e tutti i loro sostenitori. Senza il loro coraggio disinteressato -non hanno mai (e sottolineo mai) chiesto nessuna poltrona in cambio del loro sostegno alla mia azione amministrativa – oggi non saremmo qui.
A tutti quelli che oggi condividono questo percorso va la mia gratitudine per aver saputo cogliere le istanze di cambiamento e di trasparenza che con la mia condotta e le mie modeste risorse ho cercato di portare avanti, a loro dovrebbe essere riconosciuto il merito di aver saputo guardare oltre le faziosità e il cinico calcolo politico in nome della trasparenza e della difesa degli interessi di tutti i roncoferraresi. Se veramente si vuole ricreare un alveo fertile di contrapposizione democratica rispetto alle visioni diverse del mondo in cui viviamo, bisogna iniziare dalla condivisione di quei temi fondamentali che devono appartenere alla destra ed alla sinistra, alle associazioni di volontariato ed all’associazionismo di ogni natura e genere. Temi da cui bisogna ripartire per rinsaldare le basi democratiche del Paese che sembrano vacillare sotto il peso della cattiva gestione del denaro pubblico.
Molto c’è ancora da fare, ma moltissimo è stato fatto per conquistare una maggiore trasparenza della vita amministrativa e una maggiore informazione alla cittadinanza rispetto a quanto accade in comune. Non si contano le volte che ci siamo sentiti ripetere “hai fatto bene a dirlo, non lo sapevo”: un segnale incoraggiante, che serve da monito in tutte quelle circostanze in cui chi amministra rischia di dare troppe cose per scontate. Inutile nascondersi, alcuni errori da questo punto di vista sono stati commessi e me ne assumo la responsabilità in pieno; abbiamo anche, però, la consapevolezza di averne fatto tesoro: quotidianamente, quegli stessi errori ci servono da bussola forse ancor più dei successi.
Alle difficoltà che ogni cambio di passo comporta, si sono aggiunte in questi anni quelle derivanti dalla precarietà del nostro bilancio.
I fattori che vi hanno contribuito sono numerosi: dalla riduzione dei trasferimenti (che anche quest’anno segnano un -40.000 euro), alla situazione delle mancate riscossioni insostenibili alla data del mio insediamento (si pensi soltanto alle cifre astronomiche dei crediti TARSU/TARI non riscossi), al cambiamento delle regole di contabilità che ci hanno da una parte permesso di rendere più virtuoso il bilancio tramite gli accantonamenti, ma dall’altra hanno ridotto drasticamente la capacità di spesa e di investimenti, senza tralasciare una situazione debitoria soffocante, lenita solamente dalla possibilità di sospendere e rimandare parte delle rate annuali destinate alla restituzione dei prestiti.
A tutto ciò abbiamo fatto fronte con spirito di responsabilità e trascurando spesso il tornaconto politico: accantonando nel corso degli anni quasi un milione di euro nel Fondo Pluriennale Vincolato, restituendo un milione di euro di prestiti in 4 anni (senza sfruttarne di nuovi) e attivando tutte le procedure consentite per il recupero dei crediti non riscossi.
Tutto ciò senza beneficiare di aumenti sulle aliquote IRPEF / TASI / IMU e diminuendo dal 2014 ad oggi la Tariffa sui rifiuti del 13% (da 850.000 euro agli attuali 750.000).
Nonostante le innegabili difficoltà, tuttavia, possiamo vantare non solo di non aver effettuato tagli sui servizi indispensabili, ma addirittura di aver incrementato la spesa su alcuni dei capitoli “di prima necessità” (nonché tra quelli che più incidono sul bilancio) per la cittadinanza: nel solo triennio 2016/2018 le spese per la scuola hanno segnato un +12% (+50.000 euro) e quelle per i servizi sociali un +32% (+260.000 euro), con un’attenzione particolare al sostegno per i minori in difficoltà e per il sostegno alla frequenza dei nidi.
Questo consiglio comunale, e questa maggioranza che voglio stasera ancora una volta ringraziare, sono la dimostrazione della volontà di ricostruire dalle fondamenta, superando le contrapposizioni da stadio delle tifoserie politiche.
Mi piace sperare che le elezioni del 4 marzo, che hanno avuto un riflesso forte ed ancora più marcato sul piano locale, siano state la dimostrazione di questa volontà forte e decisa nel paese, che quando vota “di pancia” e non di “testa” lo fa non per ignoranza, pigrizia, incapacità di informarsi, come molti argomentano per delegittimare, con modi profondamente antidemocratici, un voto che li ha visti sconfitti; i cittadini e le cittadine votano di pancia perché sono arrabbiati, stanchi degli scandali, intorpiditi dall’assenza di dibattito pubblico, diseducati dalle parole vuote della classe dirigente; questi segnali vanno compresi, ascoltati, rielaborati sotto forma di proposta politica e non, come spesso accade, relegati nella comoda categoria del “populismo”.
Ora, esprimo alcune considerazioni.
Le parole qui riportate sono quelle del discorso del primo cittadino roncoferrarese.
Riguardo al caso del sindaco Baruffaldi, è stato scritto molto.
Citando la canzone dei Jalisse, sono stati scritti "fiumi di parole".
Basta leggere i giornali mantovani.
Mi viene continuamente chiesto quale sia la mia posizione in merito.
Infatti, da quello che si legge sui giornali e su Facebook sembra che ci siano due fronti: uno pro-Baruffaldi ed uno anti-Baruffaldi.
In quest'ultimo, vi è anche il Partito Democratico, che è stato il partito del sindaco, prima della rottura.
Mi viene chiesta posizione riguardo a Baruffaldi.
Con Baruffaldi non ho affinità politica.
Ha una storia politica ed una sensibilità che sono totalmente differenti dalle mie.
Mi ricordo di una discussione (molto civile) che io e lui abbiamo avuto faccia a faccia in merito al caso dell'ex-senatore Marcello Dell'Utri.
I suoi avversari continuano a ricordarmi la questione dell'Unione Mincio-Po, che il sindaco aveva proposto circa tre anni fa e che non era piaciuta a molti.
Io ho sempre ritenuto innaturale un progetto simile per il Comune di Roncoferraro e non ho cambiato idea nel merito.
Roncoferraro si può unire solo a Comuni come Castel d'Ario e Villimpenta.
Tuttavia, riconosco a Baruffaldi alcuni meriti, per alcune cose che sta facendo ora.
Mi viene in mente, per esempio, la questione dell'impianto di teleriscaldamento "Fossi Free Energy".
Io sono sempre stato contrario a quell'impianto, fin dal 2007, anno in cui esso fu messo in funzione.
Ancora oggi è così.
Un impianto del genere non avrebbe mai potuto funzionare in questa zona.
Non siamo mica in Trentino-Alto Adige o nelle zone appenniniche.
Riguardo al caso dell'impianto di teleriscaldamento in questione, a Baruffaldi posso dire solo una cosa: "Bravo!".
Ho detto e scritto molte cose su quell'impianto, che si è dimostrato essere inefficiente.
Quel progetto non avrebbe portato nessun frutto ed io lo sapevo.
Il fatto che oggi queste stesse cose siano dette anche da Baruffaldi non mi può indurre a cambiare idea.
Lo stesso dicasi per il progetto del porto di Governolo, che oggi è una "cattedrale nel deserto".
Se cambiassi idea riguardo a questi temi, diventerei oggetto di scherno.
Riconosco anche il valore di certe iniziative culturali promosse dal Comune ed io avrei qualche suggerimento a riguardo.
Apprezzo anche l'idea del depliant con le spese.
Non posso cambiare idea sull'impianto di teleriscaldamento "Fossil Free" e sul porto di Governolo, come non posso sostenere una lista trasversale (di cui tanto si parla) con il Partito Democratico, il quale ha espresso le precedenti amministrazioni comunali.
Rischierei davvero di non fare una bella figura, dopo tutto quello che ho detto e scritto a riguardo.
Quelli che sono contro Baruffaldi dicono: "Il patrimonio del territorio comunale è in deperimento e in degrado".
Io mi sentirei di rispondere dicendo che le strade che percorrono il territorio comunale di Roncoferraro erano già danneggiate anche prima dell'avvento di Baruffaldi.
Tra l'altro, strade come la Strada Provinciale 30 è di competenza della Provincia di Mantova e non del Comune.
Inoltre, non mi appassionano molto le cose fatte "ad personam" o "contra personam".
Mi viene in mente l'Unione, la coalizione di centrosinistra che fu fatta contro il presidente Berlusconi e con Romano Prodi a capo, la quale vinse le elezioni politiche del 2006.
Quella lista mise insieme Wladimir Luxuria ed Emma Bonino, da una parte, e Clemente Mastella e Paola Binetti, dall'altra.
Quella coalizione durò solo due anni.
Con questo, voglio fare capire che le cose fatte "contra personam" non durano e non portano a nessun buon governo.
A me, le liste fatte contro qualcuno non piacciono.
Io sono di centrodestra e voto per appartenenza politica.
Certo, guardo anche le persone e la loro serietà ma io appartengo al centrodestra.
Io sono quello che ha anche sostenuto la Brexit e Donald Trump.
Se, per "essere a tutti i costi contro Baruffaldi", decidessi di sostenere una lista trasversale, andrei contro la mia storia e la mia coscienza.
E poi, non voglio fare delle magre figure.
Si lascino perdere gli attacchi a Baruffaldi e si pensi a fare un progetto alternativo serio e coerente.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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