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giovedì 22 marzo 2018

Mare sardo, come può essere una fake news?

C'è chi dice che quella del mare sardo che sarebbe stato ceduto alla Francia (la quale in seguito ha fatto dietrofront) sia una notizia falsa.
Ora, riporto uno stralcio dell'articolo de "Il Giornale" che ne parla:

"Facciamo un salto indietro. Il 25 marzo i francesi terranno una consultazione pubblica per elaborare un documento strategico sul Mediterraneo. Niente di strano. Peccato che ai documenti preparatori del dibattito allegarono delle cartine del mar di Sardegna che già comprendeva la piena operatività del trattato di Coen e - dunque - l'acquisizione da parte di Parigi dei nostri mari.

A sentire il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, il trattato non è operativo perché il Parlamento non l'ha ancora ratificato. Per Gozi "nessuno intende modificare i confini marittimi tra Italia e Francia". Resta il fatto che la Francia abbia già ridisegnato le sue cartine. Non solo. Perché nel gennaio del 2016 un peschereccio fu intercettato dalla gendarmeria d'Oltralpe, sequestrato nel porto di Nizza e liberato solo dietro cauzione. In realtà il peschereccio si trovava in acque italiane, ma i francesi si comportavano come se fossero state già loro. Parigi alla fine ammise l'errore. Ma se tre indizi fanno una prova...Per Mauro Pili, battagliero politico sardo, infatti, non si sarebbe trattato affatto di un errore. Ci avrebbero provato, insomma. "Sono stati beccati e sono stati costretti a cambiare il tutto a 4 giorni dalla scadenza", scrive Pili su facebook.

Lo stesso, infatti, è successo col la querelle delle cartine modificate. L' ambasciata francese a Roma ieri ha presentato le sue scuse e si è impegnata a far cambiare il carteggio. Lo stesso ha fatto il ministero della Transazione ecologica, spiegando che non c'è da parte loro il desiderio di "modificare le frontiere marittime nel Mediterraneo"".

Se i francesi non volevano cambiare i confini marittimi, perché, nel 2016,  la gendarmeria d'Oltralpe ha intercettato e sequestrato nel porto di Nizza un peschereccio italiano che stava operando nel mare "conteso"?
Il peschereccio era in acque italiane. 
Il blog dell'ammiraglio Giuseppe De Giorgi riporta la notizia in modo ancora più dettagliato:

"Non tutti lo sanno ma con un accordo firmato a Caen nel marzo 2015 tra Italia e Francia, erano stati revisionati i nostri confini marittimi. L'accordo, derivante da un negoziato cominciato nel 2006 e terminato 6 anni più tardi secondo il ministero degli Esteri sarebbe stato “necessario al fine di definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno 1892, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico”. L'Italia avrebbe quindi rinunciato ad alcune porzioni di mare del mar Ligure ed al tratto compreso tra nord Sardegna ed arcipelago toscano. L'accordo era passato piuttosto inosservato fino a quando nel gennaio 2016 il peschereccio italiano Mina era stato fermato dalla gendarmeria marittima francese e scortato fino al porto di Nizza, con l'accusa di praticare la pesca del gambero in acque francesi. Solo con il pagamento di una cauzione di 8300 euro era stato rilasciato. Dunque quelli che sembravano essere acque italiane erano diventate francesi. L'episodio dunque fece deflagrare la questione dei confini e di porzioni di mare cedute alla Francia. Piuttosto indispettito dalla vicenda l'assessore regionale alla pesca della Liguria Stefano Mai aveva dichiarato: “il sequestro del peschereccio Mina ha posto l’attenzione sull’urgenza di arrivare all’elaborazione di un piano di gestione della pesca al gambero rosso condiviso tra Italia e Francia, sul modello di quanto abbiamo elaborato con successo sul rossetto. Lo strumento più praticabile e che porterebbe a una soluzione definitiva di un annoso problema di pesca nelle acque al confine è la stesura di un piano delle risorse condivise, previsto dal regolamento mediterraneo. La pesca al gambero rosso è un target strategico per la Liguria che vogliamo tutelare arrivando a una soluzione definitiva che faccia uscire i nostri pescatori da un’incertezza normativa che dura ormai da troppi anni. Il trattato sul nuovo confine marino si è rivelato fortemente penalizzante per l’Italia”. Secondo i giornali della Corsica l'accordo di Caen prevedeva una sorta di scambio territoriale: l'Italia avrebbe ceduto la “Fossa del cimitero” nelle acque di Ospedaletti in provincia di Imperia ottenendo in cambio alcune secche tra Corsica, Capraia ed Elba. Proprio la Fossa del cimitero è un tratto di mare molto ricco dal punto di vista della pesca, con una vivace presenza proprio di gamberoni rossi. Mentre in Italia l'accordo non è stato mai ratificato, in Francia sembrava essere di dominio pubblico tanto che la gendarmeria marittima era subito intervenuta pochi mesi dopo l'accordo fermando il peschereccio Mina.".

Inoltre, le cartine sono state modificate.
Dunque, per essere una fake news tutto ciò è veramente strano.


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