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sabato 15 luglio 2017

L'irresponsabilità di certi magistrati

Su "Panorama" vi è l'editoriale di Giorgio Mulè che è intitolato "L'ultimo linciaggio" e parla del caso di Bruno Contrada, l'ex-funzionario del SISDE ed ex-capo della squadra mobile di Palermo che è stato accusato di essere connivente con la mafia e che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dichiarato innocente.

Dell'editoriale riporto questo stralcio:

"Ci sono alcuni principi elementari del diritto che non necessitano di una laurea per essere compresi. Se cercate su Wikipedia, appunto, la massima "nullum crimen, nulla poena sine praevia lege poenali" troverete questa spiegazione: "Rappresenta una massima fondamentale per il diritto moderno. L'espressione si fonda sull'assunto che non può esservi un reato (e di conseguenza una pena), in assenza di una legge penale preesistente che proibisca quel comportamento".

Elementare, appunto.

Dal che non si capisce perché questo Paese non abbia la decenza di chiedere scusa a Bruno Contrada, che dopo 25 anni di calvario giudiziario si è vista revocata la condanna a 10 anni di carcere (interamente scontata) per concorso esterno in associazione mafiosa: un reato che all'epoca dei fatti contestati (1979-1988) era sconosciuto al codice penale."
.

Ancora una volta, si presenta il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, un reato che certamente fu istituito con buone intenzioni ma che ad oggi è stato usato veramente male da certi magistrati.
A questo punto, io penso che sarebbe bene abolire un simile reato.
Una persona o è mafiosa o non lo è.
Il rischio è che si mandino in carcere anche persone innocenti.
Per esempio, una persona che è costretta a fare favori alla mafia (per salvare la propria famiglia ed i propri beni) può essere accusata di "concorso esterno in associazione mafiosa"?
Il rischio è che si mandino in galera anche dei poveri Cristi che si trovano costretti a collaborare con la mafia perché (come capita spesso) le istituzioni li lasciano soli.
Chi collabora (di sua volontà) con la mafia dovrebbe essere punito per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Oltretutto, nel caso di Bruno Contrada, il reato venne applicato in maniera retroattiva, come venne applicata in maniera retroattiva la "Legge Severino" contro il presidente Silvio Berlusconi.
Ora, uno Stato di diritto non applica le leggi in maniera retroattiva.
I fatti contestati a Contrada risalgono al periodo compreso tra il 1979 ed il 1988.
Il reato risale agli anni '90.
I Paesi come la Germania nazista o l'Unione Sovietica applicano le leggi in maniera retroattiva.
L'Italia è ancora uno Stato di diritto?
Inoltre, mi viene in mente anche il caso dell'ex-senatore Marcello Dell'Utri, che è in carcere per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Dell'Utri non ha mai ucciso nessuno ma è trattato come il peggiore dei delinquenti e ha anche problemi di salute.
Al contrario, per Totò Riina, che è un mafioso vero e proprio, si voleva proporre la scarcerazione.
Questo è folle!
Certi magistrati non lavorano con responsabilità e fanno tanti danni.



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Ringrazio un caro amico di questa foto.