Caricatura inglese della Rivoluzione francese |
Il 14 luglio 1789 ci fu la presa della Bastiglia, l'evento che segnò l'inizio della Rivoluzione francese.
Sulla Rivoluzione francese sono stati scritti tanti testi, alcuni "agiografici" verso i rivoluzionari ed altri contrari.
Ora, io preferisco trattare la questione dal punto di vista critico verso la Rivoluzione francese.
Possiamo dire serenamente che la Rivoluzione francese fu il tentativo fallito di arrivare ad importare in Francia il modello di monarchia parlamentare inglese.
Purtroppo, questo tentativo fallì miseramente.
Infatti, va tenuta in considerazione una cosa.
L'Inghilterra arrivò al parlamentarismo dopo un processo lungo e con contraddizioni.
Questo processo partì nel 1215, con la stesura della Magna Charta Libertatum a Runnymede ed andò avanti non senza contraddizioni, come lo Scisma anglicano del 1534 (che diede al re il potere sulla Chiesa contraddicendo la Magna Charta Libertatum sulla libertà di quest'ultima), la decapitazione di re Carlo I (che avvenne il 30 gennaio 1649), la dittatura di Cromwell e l'Act of Settlement del 1701, che fu fatto dopo la deposizione del re cattolico Giacomo II Stuart ed il regno di re Guglielmo III d'Orange e che escluse i cattolici dalla successione al trono e che ancora oggi è in vigore.
In Francia si volle fare un progetto simile ma nel minore tempo e con metodi diversi.
Questo però finì in un fallimento.
Infatti, in Inghilterra la Magna Charta Libertatum fu fatta con l'apporto della nobiltà, che limitò il potere del re, senza arrivare ad un sovvertimento dell'ordine.
La Rivoluzione francese, invece, ebbe l'idea intrinseca di sovvertire l'ordine poiché tra i rivoluzionari vi furono anche coloro che vollero abbattere la monarchia.
Infatti, tutti i rivoluzionari furono contro l'assolutismo ma non tutti i rivoluzionari furono contro la monarchia.
Tuttavia, dal 1789 al 1792 prevalsero i moderati, che erano cattolici e che non vollero abbattere la monarchia e che volevano puntare ad arrivare ad un sistema di tipo inglese.
Cosa accadde però?
Accadde ad un certo punto che tutti i nodi vennero al pettine e che si vide l'eterogeneità del fronte rivoluzionario.
Da una parte ci furono dei monarchi (re Luigi XIV e sua moglie, la regina Maria Antonietta) ed una nobiltà che non furono pronti ad un simile cambiamento in così poco tempo ed un clero che si trovò di fatto a dovere dipendere dallo Stato (con la Costituzione civile del clero) e dall'altra gli estremisti (come i giacobini di Robespierre) che volevano instaurare la repubblica.
Di fronte a questi due estremi i moderati, coloro che erano ancora favorevoli alla monarchia, non seppero più cosa fare.
Avrebbero potuto deporre e fare esiliare il re Luigi XIV e sostituirlo con suo cugino, il Duca d'Orleans, Luigi Filippo II di Borbone, il quale era più vicino alle loro idee.
L'istituzione monarchica sarebbe rimasta.
Luigi Filippo II di Borbone era più vicino al pensiero dei rivoluzionari moderati rispetto al re in carica ma nel contempo era anche un cattolico.
Essi pagarono molto caro l'errore di non avere tenuto conto del fattore tempo.
Per certi processi sarebbe servito tanto tempo.
Inoltre, riguardo alla Chiesa, commisero anche l'errore di non avere capito che per certe cose gli organi temporali non avrebbero nessuna competenza.
Gli errori più eclatanti furono l'eleggibilità del clero e l'imposizione del giuramento ad esso, che avrebbero implicato la rottura tra la Chiesa francese e Roma.
Così, ai moderati e borghesi foglianti e girondini si sostituirono i giacobini i quali abbatterono la monarchia ed instaurarono il Terrore contro i moderati, i controrivoluzionari e la Chiesa.
Termino, invitandovi a leggere il libro "Rivoluzione e controrivoluzione" del professor Plinio Correa de Oliveira.
La rivoluzione francese è uno di quei fatti storici che viene raccontato in maniera non oggettiva.
RispondiEliminaNon appena avrò letto "Rivoluzione e Controrivoluzione" ne scriverò sul mio blog.
Brava. Prendi pure spunto da qui, se vuoi.
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