Ringrazio il buon amico Aurelio (detto il "ragazzo prodigio di Palermo") della notizia.
Così, dal 1492, Catania torna ad avere la sua comunità ebraica.
Nel 1492, i sovrani di Spagna Ferdinando II d'Aragona ed Isabella di Castiglia costrinsero costrinsero gli ebrei a lasciare la Spagna ed i suoi possedimenti, dopo averli costretti dapprima ad abbracciare il cattolicesimo.
In realtà, va detto che i sovrani non agirono per conto della Chiesa.
La Chiesa fu in qualche modo assoggettata al volere dei sovrani.
Così, gli ebrei furono costretti alla conversione ma in Spagna non poterono avere la tranquillità e poiché spesso si trattava di conversioni forzate molti di loro celebravano i riti ebraici di nascosto.
Così, nel 1492, gli ebrei, veramente convertiti, convertiti ufficialmente e non convertiti, furono costretti a lasciare la Spagna.
Molti di loro andarono nell'Impero Ottomano ed altri andarono in Sicilia.
Ricordo che la famiglia di mia madre potrebbe avere origini ebraiche, essendo il cognome Messina (come tanti di quelli che si rifanno a nomi di città) un cognome legato agli ebrei spagnoli convertiti.
Poi, le politiche dei sovrani spagnoli furono estese anche alla Sicilia.
Il caso di Catania è unico.
La fondazione della comunità ebraica a Catania ha sapore internazionale: guidata da Baruch Triolo, un avvocato catanese che si è convertito all’ebraismo a Miami, ha coinciso con la concessione da parte dell’amministrazione comunale catanese di un piano di un palazzo sul mare all’International Institute for Jewish Culture, riporta sul Wall Street Journal Michael Ledeen, studioso americano di stampo neocon, nel curriculum un passato di consulente del Consiglio nazionale di Ronald Reagan ai tempi dell’Achille Lauro.
La piccola comunità catanese sta cercando un rabbino e sta raccogliendo fondi per la realizzazione di una sinagoga.
Ledeen osserva che, a fronte di un crescente antisemitismo in molte parti di Europa e anche in città italiane del nord come Milano e Torino, l’Ebraismo sta rinascendo in Italia e "dato il posto occupato dall’Italia come laboratorio politico del mondo occidentale, è una rinascita che vale la pena osservare".
L'antisemitismo è dovuto anche alla presenza sempre più consistente di comunità musulmane, tra le quali certi teoremi sono in voga.
Nel caso dell'Italia, l'Islam è ancora molto giovane e poco radicato, a differenza di quanto accade, in Francia, nel Regno Unito o in Svezia ove ci sono comunità islamiche molto più radicate e consistenti.
Certo, l'immigrazione rischia di cambiare lo scenario anche qui in Italia.
Guarda caso, a Torino e a Milano, ove ci sono comunità islamiche più consistenti, l'antisemitismo si sta radicando.
Questo la dice lunga.
Nessun commento:
Posta un commento