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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 13 luglio 2014

Noi cristiani? Non dobbiamo vergognarci delle Crociate!

Cari amici ed amiche,

oggi, sembra quasi che si abbia un certo imbarazzo a parlare delle Crociate.
Io penso che le Crociate (XI-XIII secolo) facciano parte della nostra storia e che esse non furono quel male di cui oggi molti si vergognano.
Come ha detto un grande bibliofilo qual è l'ex senatore Marcello Dell'Utri, la storia va letta senza pregiudizi.
Inoltre, vorrei ricordare una cosa: le Crociate furono un atto di difesa.
Nel 1071, l'imperatore bizantino Romano IV Diogene fu sconfitto dai Turchi di Alp Arslan (un generale di origini armene che abbracciò l'Islam) e minacciarono Costantinopoli.
Nel 1077, i Turchi arrivarono a Gerusalemme.
Essi furono assai meno tolleranti degli Arabi (che con i Bizantini avevano raggiunto un'intesa per i pellegrinaggi in cambio della costruzione di una moschea a Costantinopoli) e perseguitarono i pellegrini cristiani.
Il soccorso all'Impero Romano d'Oriente, la liberazione di Gerusalemme e la riunificazione della Chiesa (che nel 1054 si era spaccata in Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa) furono le motivazioni delle Crociate.
Fu vero che nelle Crociate ci furono anche fatti spiacevoli e deprecabili, come il massacro di ebrei in Renania (1090) e la IV Crociata (1202-1204).
Però, non si può criminalizzare tutto il periodo storico.
Del resto,  ci furono anche Santi che ammisero la guerra come mezzo per riparare le ingiustizie.
San Tommaso d'Aquino (1225-1274) fece un trattato sulla guerra nella sua "Summa Theologiae".
Del resto, anche grandi pensatori più contemporanei furono militaristi o quantomeno non furono pacifisti.
Pensiamo al pensatore cattolico Plinio Correa de Oliveira (1908-1995).
Leggete quello che egli scrisse sul suo libro "Rivoluzione e Controrivoluzione".
Questo concetto non contrasta con quanto scritto da San Giovanni XXIII nella sua lettera enciclica "Pacem in Terris".
Le due cose vanno di pari passo.
Tutti dobbiamo aspirare alla pace!
La guerra in sé non è positiva.
Tuttavia, perché ci sia la pace serve la sicurezza.
In realtà, questo pacifismo adottato da certi cristiani è il classico modo per rendere il Cristianesimo "amabile" agli occhi dei laicisti, coloro che, come scrisse magnificamente il professor Plinio Correa de Oliveira, ritengono coloro che sono contro un certo pensiero corrente (figlio della Rivoluzione) come negativi.
Così, però, si condanna a morte il Cristianesimo...per eutanasia.
Cordiali saluti.



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Ringrazio un caro amico di questa foto.