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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 luglio 2014

Agro Pontino, un ambiente fragile

Cari amici ed amiche,

Vi voglio parlare della storia dell'Agro Pontino.
Questa zona del basso Lazio (Provincia di Latina) era stata per lungo tempo una palude.
Questo avveniva perché il terreno era (e tuttora è) leggermente sotto il livello del mare e che faceva sì che i fiumi non defluissero bene.
Nei secoli passati si tentò di bonificare la zona.
Basti pensare a Papa Martino V (1368-1421) approvò un progetto di bonifica.
Ci provò anche Papa Leone X (1475-1521) che volle implementare un progetto di bonifica con Leonardo da Vinci (1452-1529), un progetto che però non andò in porto per la morte del Papa.
Questo progetto, però, ispirò quello che fu fatto nel periodo fascista.
Papa Sisto V (1521-1590) e Papa Pio VI (1717-1799) bonificarono in parte la zona vicino a Sezze.
La vera bonifica fu fatta durante il periodo fascista, precisamente tra il 1924 ed il 1937.
L'aspetto di quel territorio, prima della bonifica, era caratterizzato da specchi d'acqua stagnante.
Questo ambiente era malsano.
Infatti, erano presenti le zanzare Anopheles, i vettori del Plasmodium, che è l'agente eziologico della malaria.
Tra i vari specchi d'acqua vi erano degli isolotti chiamati lestre.
Su di essi vivevano persone in uno stato quasi primitivo.
La bonifica era stata fatta grazie un'opera di prosciugamento della palude, attraverso il pompaggio dell'acqua che veniva gettata in mare.
Poi, vennero fatte opere di canalizzazione e di costruzioni di terrapieni.
Così questa palude divenne una pianura fertile che ben presto fu abitata da gente proveniente da varie parti d'Italia.
Nel 1932, fu fondata una città, Littoria.
Oggi noi la conosciamo come Latina.
Se andate in zona troverete persone di origini lombarde, venete, friulane e siciliane.
Ora, questo ambiente è molto fragile.
Infatti, delle pompe idrovore impediscono all'acqua di riprendersi quelle terre che le erano state tolte.
Se quelle pompe si fermassero, l'acqua si riprenderebbe quelle terre, che ridiventerebbero una palude.
La tecnologia è una cosa che serve per il progresso e come tale va usata bene.
Cordiali saluti.


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