Salvate la rocca di San Leo!
La rupe su cui si trova la famosa rocca (in Provincia di Rimini) è in parte franata.
Questa rocca è ricca di storia.
In epoca romana, su quel luogo vi era il Tempio di Giove Feretrio.
La città assunse il nome di San Leo in onore di San Leone, che nel IV secolo venne dalla Dalmazia (insieme a San Marino) ad evangelizzare la zona.
Qui vennero anche i re ostrogoti Vitige e Totila (VI secolo AD) ed il comandante bizantino Belisario.
Vennero poi i Longobardi ed i Franchi, finché la zona non finì nello Stato della Chiesa.
Qui (tra il 961 ed al 963 AD) l'imperatore del Sacro Romano Impero Ottone I di Sassonia assediò e vinse il dispotico Berengario II, re d'Italia e Marchese d'Ivrea.
Qui venne fatta una contea e l'imperatore Federico I di Svevia conferì ad Antoio Carpegna il titolo di conte, nel XII secolo AD.
Nel 1234 AD, i Carpegna divennero Duchi di Urbino ed assunsero il nome di Montefeltro.
Nel XVI secolo, la zona fu presa da Cesare Borgia, figlio di Papa Alessandro VI, che la occupò a tradimento nel 1502.
Nel 1503, quando il Papa morì, gli abitanti di San Leo cacciarono Cesare Borgia e richiamarono i Montefeltro, la cui famiglia si estinse nel 1508.
Ai Montefeltro subentrarono i Della Rovere, la famiglia di Papa Giulio II (1443-1516).
Nel 1516, San Leo fu espugnata dal Duca di Urbino Lorenzo de'Medici, dopo un assedio a cui partecipò il Guicciardini.
Nel 1527, a San Leo tornarono i Della Rovere, che vi restarono fino alla loro estinzione, che avvenne 1631.
Da lì , salvo la breve parentesi napoleonica, San Leo rimase nello Stato della Chiesa, fino a quando (nel 1860) passò con le Marche al Regno d'Italia.
Nel 2006, c'è stato un referendum con cui si è deciso il passaggio di San Leo dalla Regione Marche alla Regione Emilia-Romagna.
Il referendum ha dato parere positivo a ciò e dal 2009 San Leo (con i Comuni di Sant'Agata Feltria, Talamello, Casteldelci, Novafeltria, Maiolo e Pennabilli) sono passati all'Emilia-Romagna.
A San Leo c'è la rocca.
Il suo aspetto attuale è da attribuirsi al Duca di Urbino Francesco III (XV secolo), che si avvalse dell'insigne architetto Francesco di Giorgio Martini (1439-1501).
La rocca fu munita di quattro grossi torrioni.
Oggi ne restano due e questo certifica la fragilità del territorio.
Essa fu legata alla storia di Giuseppe Balsamo detto "Conte di Cagliostro", un avventuriero massone ed alchimista che visse nel XVIII secolo e che fu imprigionato nella rocca.
A San Leo vennero anche San Francesco (1182-1226) e Dante Alighieri (1265-1321).
Secondo certe informazioni, Dante si ispirò alla rupe di San Leo per descrivere il Purgatorio della Divina Commedia.
Ora, questo luogo è in pericolo.
Nel 1996, io andai a San Leo e ancora oggi quel luogo mi è rimasto nel cuore.
Spero che si faccia qualcosa per salvare questo luogo ricco di storia.
Cordiali saluti.
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