Voglio fare una riflessione.
Si parla tanto del valore dell'ospitalità.
Interloquendo con me, una mia amica di Viterbo mi ha invitato a casa sua.
Altri miei amici hanno fatto altrettanto.
Ora, io apprezzo questi inviti e ringrazio tutti.
Però, voglio fare una riflessione più profonda.
L'ospitalità è un dono di chi la concede.
Come tale, essa va trattata con rispetto.
La religione la cita.
Basti pensare al patriarca Abramo, che ospitò i due angeli mandati da Dio, dando loro cibo.
Il Vangelo secondo San Matteo (capitolo 10, versetti 37-42) recita:
"In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto.
E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa".
Io, personalmente, quando vengo ospitato provo sempre un po' di disagio.
Quando vado a casa di un altro, ho sempre il timore di abusare dell'ospitalità offertami e temo sempre di non potere mai ricambiare tale cosa.
Ho sempre paura di spostare anche solo uno spillo.
Io penso che il migliore ringraziamento dell'ospitalità sia sempre il rispetto, per esempio, accettando quello che la persona che ospita offre.
Chi va in casa di un'altra persona deve rispettare quella casa.
Questo è un ragionamento cristiano ed umano.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento