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venerdì 14 marzo 2014

I Bonacolsi e Roncoferraro

Domenico Morone (1494) Cacciata dei Bonacolsi
Cari amici ed amiche.

Don Giovanni Telò, parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro (Mantova), ha messo su Facebook questo articolo:
"In piazza Sordello, a Mantova, infuria la battaglia. E' il 16 agosto 1328. Luigi Gonzaga fronteggia gli armigeri dei Bonacolsi e caccia la famiglia che governa la città dal 1273. In questo modo, con un “golpe”, comincia il lungo dominio dei Gonzaga: esso si protrae per quattro secoli, fino agli inizi del Settecento.
Ciò che avviene in quel giorno d’agosto del 1328 è crudamente ricostruito in un celebre dipinto, “La cacciata dei Bonacolsi” (nella foto) di Domenico Morone (1494), conservato nel palazzo ducale di Mantova. Si osservi con attenzione il quadro: al centro c’è la facciata tardogotica della cattedrale, distrutta nel XVIII secolo per lasciar posto a quella odierna.
Abbiamo evocato i Bonacolsi per ricordare che essi erano originari di Carzedole, oggi Villa Garibaldi, frazione di Roncoferraro. Avevano accumulato molti terreni e, via via, erano diventati sempre più potenti: talmente forti che, nel 1273, Pinamonte Bonacolsi riesce a portare la propria famiglia a dominare su Mantova, approfittando dei dissidi all’interno della città. E' Pinamonte a far costruire palazzo Bonacolsi, dimora della famiglia, in piazza Sordello (nell’altra foto).
Ricchi proprietari terrieri – si diceva - i Bonacolsi. Disponevano di possedimenti anche a Barbasso, Roncoferraro e Casale. Quando vengono spodestati, le loro proprietà passano nelle mani dei Gonzaga. Il Roncoferrarese segue le sorti della signoria gonzaghesca, fino alla sua caduta, nel 1707
.".

Proprio così, la famiglia dei Bonacolsi, che governò Mantova dal 1273 al 1328, ebbe le sue origini in territorio di Roncoferraro, precisamente a Carzedole, l'odierna Villa Garibaldi.
Sull'origine vera dei Bonacolsi vi è ancora un enigma.
Secondo certe fonti, i loro antenati provennero dalla zona di Modena o da quella di Ferrara.
Poi, si stabilirono a Carzedole.
Pare che il loro cognome derivi da "bona cosa", ossia "buona causa".
Della loro presenza nel Mantovano parla un documento del 1168, che cita un tale Ottobuono de Bonacosa, che visse a Mantova con il figlio Gandolfo.
Gandolfo ebbe un figlio di nome Martino e a suo volta Martino ebbe un figlio di cui i libri di storia parlarono, Pinamonte (1206-1293).
Dopo la morte di Matilde di Canossa (1046-1115), a Mantova si stabilì un governo comunale.
Con la lotta tra Guelfi e Ghibellini, il governo comunale andò in crisi.
Ghibellino, Pinamonte si alleò con la potente famiglia guelfa dei Casalodi (portandola dalla sua parte) e prese il governo della città nel 1274.
Per fare ciò, egli tradì il suo alleato Alberto da Casalodi (1230-1288), spedendolo all'esilio.
Dal matrimonio con l'ultima figlia di Guido da Correggio, Pinamonte ebbe otto figli:

  1. Corrado (morto nel 1286).
  2. Tagino (morto nel 1302).
  3. Bardellone (morto nel 1300).
  4. Filippo (1250-1303), che fu nominato vescovo di Trento (1289) e di Mantova (1303).
  5. Giovanni (morto nel 1288) fu podestà di Verona dal 1273 al 1288.
  6. Guido.
  7. Selvatico, cavaliere dell'Ordine Teutonico.
  8. Fabrizio.
La successione a Pinamonte fu drammatica.
Morto il primogenito Corrado, Pinamonte designò Tagino ma nel 1291 il fratello Bardellone fece quello che oggi noi chiamiamo golpe.
Esautorò Pinamonte e prese il potere.
Tagino fu mandato incarcerato.
In seguito, Tagino fu esiliato ma nel 1298 egli tornò e governo Mantova con Bardellone fino al 1299, quando il figlio del loro fratello Giovanni, Guido, prese il potere.
Detto anche "Bottesella" , Guido (morto nel 1309) salì al potere con l'aiuto della famiglia veronese degli Scaligeri.
Fu ricordato come un buon governante e lasciò i suoi beni ai poveri, quando morì nel 1309.
Il suo posto fu preso dal fratello minore Rinaldo, detto "Passerino" (1278-1328).
Questi fu l'ultimo signore di Mantova della famiglia dei Bonacolsi.
Egli promulgò (1303-1313).
Nel 1309 egli ricevette l'investitura imperiale e nel 1312 venne proclamato anche signore di Modena.
Nominò il figlio Francesco (1300-1328) capitano del popolo di Mantova ed egli stette a lungo a Modena.
Alleandosi con famiglie ghibelline (Scaligeri, Visconti ed Estensi) egli fece ottenere ai ghibellini la vittoria di Zappolino, nel 1325.
Questa vittoria fece giungere i ghibellini fin quasi a Bologna.
Tuttavia, questa vittoria non portò risultati duraturi.
Passerino dovette firmare la pace con Bologna (1326) e nel 1327, non gradendo questa pace, i modenesi lo cacciarono.
Però, coloro che lo distrussero furono nel territorio mantovano.
La potente famiglia dei Corradi da Gonzaga, con il suo capostipite Ludovico, si alleò con gli Scaligeri per spodestare Passerino.
Cangrande della Scala acconsentì e mandò a Mantova un contingente di 800 soldati e 300 cavalieri che nella notte del 16 agosto 1328 scatenarono una guerra nella città.
Ludovico Gonzaga (1268-1360) prese il potere.
Egli entrò nel duomo di San Pietro da vincitore.
Passerino fu ferito alla testa e morì dissanguato.
Il trattamento riservato da Ludovico ai vinti fu orribile.
Passerino fece murare vivi nel castello di Castel D'Ario Francesco Pico della Mirandola ed i suoi due figli, per avere fatto ribellare i cittadini di Mirandola.
Ludovico I Gonzaga fece la stessa cosa con i due figli di Passerino e con i due figli del fratello Butirone che vennero murati nella stessa torre del castello di Castel d'Ario in cui furono murati gli altri e fatti morire di fame.
Quanto al corpo di Passerino, vi fu una leggenda.
Secondo il dettame di una strega, il corpo fu mummificato e tenuto dai Gonzaga a palazzo.
Secondo questa leggenda se i Gonzaga si fossero sbarazzati del corpo, la loro signoria sarebbe finita.
Quasi come un oscuro presagio, la duchessa di Mantova Susanna Enrichetta di Lorena, moglie del duca Ferdinando Carlo Gonzaga (1686-1710), si sbarazzò della mummia, gettandola nel lago.  
Nel 1708, il marito morì ed ella tornò in Francia, ove fu coinvolta in una causa legale tra il Duca di Lorena ed il Principe di Condé.
Morì in Francia.
Il fatto che i Bonacolsi siano provenuti da Roncoferraro (o meglio da Carzedole) dà nuovo lustro al territorio roncoferrarese.
Non dimentichiamolo.
Cordiali saluti. 




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Ringrazio un caro amico di questa foto.