Cari amici ed amiche.
L'amico Giovanni Covino (SEFT) ha pubblicato questo testo di Sant'Anastasio Sinaita:
"Il mistero della sua Trasfigurazione Gesù lo manifestò ai suoi discepoli sul monte Tabor. Egli aveva parlato loro del regno di Dio e della sua seconda venuta nella gloria. Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione. E allora il Signore, per rendere la loro fede ferma e profonda e perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità e così offrire loro un'immagine prefigurativa del regno dei cieli. E proprio perché la distanza di quelle realtà a venire non fosse motivo di una fede più languida, li preavvertì dicendo: Vi sono alcuni fra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nella gloria del Padre suo (cfr. Mt 16, 28).
L'evangelista, per parte sua, allo scopo di provare che Cristo poteva tutto ciò che voleva, aggiunse: «Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E là fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui» (Mt 17, 1-3).
Ecco le realtà meravigliose della solennità presente, ecco il mistero di salvezza che trova compimento per noi oggi sul monte, ecco ciò che ora ci riunisce: la morte e insieme la gloria del Cristo.
Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama a sé insistentemente dall'alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l'occhio della fede può vedere. La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua. Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione, perché saremo partecipi della divina natura e verremo preparati alla vita beata.
Corriamo fiduciosi e lieti là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia come Giacomo e Giovanni.
Come Pietro lasciamoci prendere totalmente dalla visione della gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione, condurre via dalla terra e trasportare fuori del mondo. Abbandoniamo la carne, abbandoniamo il mondo creato e rivolgiamoci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: «Signore, è bello per noi restare qui» (Mt 17, 4).
Realmente, o Pietro, è davvero «bello stare qui» con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?
Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: «E' bello per noi restare qui», dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo. Restare qui dove l'anima rimane immersa nella pace, nella serenità e nelle delizie; qui dove Cristo mostra il suo volto, qui dove egli abita col Padre. Ecco che gli entra nel luogo dove ci troviamo e dice: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa» (Lc 19, 9). Qui si trovano ammassati tutti i tesori eterni. Qui si vedono raffigurate come in uno specchio le immagini delle primizie e della realtà dei secoli futuri.
Martirologio Romano: Festa della Trasfigurazione del Signore, nella quale Gesù Cristo, il Figlio Unigenito, l’amato dell’Eterno Padre, davanti ai santi Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, avendo come testimoni la legge ed i profeti, manifestò la sua gloria, per rivelare che la nostra umile condizione di servi da lui stesso assunta era stata per opera della grazia gloriosamente redenta e per proclamare fino ai confini della terra che l’immagine di Dio, secondo la quale l’uomo fu creato, sebbene corrotta in Adamo, era stata ricreata in Cristo.
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«Come abbiamo già detto, Cristo ha voluto trasfigurarsi per mostrare agli uomini la sua gloria e stimolarli a desiderarla. Ora, Cristo doveva condurre alla gloria della felicità eterna, non soltanto coloro che sarebbero vissuti dopo di lui, ma anche coloro che lo precedettero. Ecco perché mentre egli si avvicinava al momento della passione, sia "le turbe che lo precedevano", sia "quelle che lo seguivano, gridavano Osanna", secondo le parole di S. Matteo, come per chiedere a lui la salvezza. Era perciò opportuno che tra i testimoni ci fossero alcuni che l'avevano preceduto, cioè Mosè ed Elia; e altri che l'avrebbero seguito, cioè Pietro, Giacomo e Giovanni: affinché "sulle parole di due o tre testimoni fosse garantita la realtà del fatto".»
Tommaso d'Aquino, S. th. IIIª q. 45 a. 3.".
Oggi noi cattolici festeggiamo la Trasfigurazione di Cristo.
Gesù mostrò agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni la sua natura divina.
Guarda caso, egli si mostrò in questa sua natura a tre apostoli importanti.
Avrebbe potuto mostrarsi così anche ad altri.
Invece, egli scelse questi tre. Perché egli fece questa scelta?
Forse, il motivo potrebbe essere più semplice di quanto si possa immaginare.
San Pietro fu il primo Papa, il primo Vicario di Cristo sulla Terra.
San Giacomo fu il primo vescovo della Chiesa di Gerusalemme.
San Giovanni fu colui che scrisse l'Apocalisse, il libro che chiude la Bibbia e che rivela quelli che saranno gli ultimi giorni e la lotta tra bene e male.
Quindi, così facendo, Gesù diede un ordine preciso alla Chiesa futura.
Questi tre uomini furono i primi testimoni di Cristo e ricoprirono un ruolo importante nella vita della Chiesa.
Per avere questo ruolo, essi avrebbero dovuto sapere quale fosse la vera natura di Gesù.
Accanto a Gesù comparvero Mosè ed il Profeta Elia.
Mosè fu il primo liberatore del popolo ebraico.
Elia, invece, fu il profeta che avrebbe dovuto fare ritorno sulla Terra nel giorno del giudizio.
Con questa immagine, Gesù Cristo volle fare capire che lui sarebbe stato l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine di tutto.
Così, la Chiesa poté essere conscia della missione.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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