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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 10 ottobre 2018

Lu castìu di Gradara/ Il castigo di Gradara

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona
  mi prese del costui piacer sì forte
 che comi vedi ancor non mi abbandona

 Amor condusse noi ad una morte.
 Caina attende chi a vita ci spense.
 Queste parole da lor ci fuor porte".


Dû Sciancatu 'n cor la spata...
comu la morti...certu 'n Gradara...
mali ancor ci faci...tantu...
cchiù...a Paulu et Francisca...
accussì 'n aeternum...duru...
come di Diu castìu...lu 'Nfernu...
pirchì sanza amuri lu Sacramentu...
cilibratu fu...et l'autri...
a vidiri 'n amuri...comu duluri.

Italiano:

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona
  mi prese del costui piacer sì forte
 che comi vedi ancor non mi abbandona

 Amor condusse noi ad una morte.
 Caina attende chi a vita ci spense.
 Queste parole da lor ci fuor porte".

Dello Sciancato in cuor la spada...
come la morte...certo in Gradara...
male ancora fa...tanto...
più...a Paolo e Francesca...
così in eterno...duro...
come di Dio castigo...l'Inferno...
perché senza amore il Sacramento...
celebrato fu...e gli altri...
a vedere in amore...come dolore.

Questa mia poesia scritta in maccheronico-siciliano e in italiano parla di quanto accadde a Gradara, in Provincia di Pesaro-Urbino.
Essa parla della storia tormentata di Paolo e Francesca, i cui fantasmi sarebbero ancora presenti nel castello di Gradara.
Ora, faccio un breve excursus storico.
Nel 1275, il nobile ravennate Guido da Polenta (1250-1310) diede sua figlia Francesca (1259/1260-1285) a Giovanni Malatesta (1240 o 1244-1304).
Giovanni, detto Gianciotto, era signore di Rimini ed era deforme e zoppo, tanto che fu soprannominato "lo Sciancato".
Il matrimonio con Francesca fu celebrato per procura e a rappresentare Gianciotto fu suo fratello Paolo (1246-1285).
Al contrario del fratello, Paolo era di aspetto piacente.
Ora, tra i due futuri cognati scoccò la scintilla dell'amore ed essi divennero amanti.
Messo in allarme da un servitore, Gianciotto si accorse di ciò e li uccise.
La leggenda parla dei loro fantasmi che sarebbero ancora presenti nel castello.
In realtà, questo omicidio potrebbero essere stato politico.
Come riporta il sito del Castello di Gradara,  Giovanni e Francesca sono stati promessi nel 1275. L’accordo comprende anche un altro futuro matrimonio: tra Bernardino fratello di Francesca, e Maddalena Malatesti, sorella minore di Giovanni e Paolo. Secondo Boccaccio, il matrimonio fra Giovanni e Francesca riconosce la fine di una lunga e dannosa guerra tra i Malatesti e i Da Polenta.Paolo verso il 1269 prese in moglie la poco più giovane quindicenne Orabile Beatrice, figlia di Uberto di Ghiaggiolo che gli diede due eredi, Uberto jr. e Margherita, nata dopo l’uccisione del padre. Anche Uberto jr. fu ucciso (1323). Dal cugino Ramberto, figlio di Giovanni.
Anche questo matrimonio fu politico. Orabile, ultima erede dei conti di Ghiaggiolo rimasti senza discendenza maschile, fu costretta a sposare il figlio di un nemico del padre.


D’altro canto Malatesta non volle perdere l’investitura di Ghiaggiolo ricevuta tra 1262 e 1263, e contestatagli da Guido da Montefeltro anche a nome della stessa Orabile Beatrice di cui era zio. Infatti Guido da Montefeltro sposò Manentessa sorella del padre di Orabile Beatrice.
Il 1271 fu un anno nero per i ghibellini. Furono espulsi da Rimini. Guido da Montefeltro, mentre stava battendo i guelfi di Malatesta nelle Marche, cadde da cavallo ed fu catturato: e’«Sic victor a victo devictus est», scrisse un cronista piacentino. I Malatesti liberarono Guido, forse per intercessione di Orabile Beatrice.

Nel 1274 le parti si invertono. Malatesta fu sconfitto due volte. Nel 1275 da Ravenna Guido Da Polenta, per cacciare i Traversari, chiese l’intervento di Malatesta che gli inviò cento fanti guidati da suo figlio Giovanni. Nei pressi di Faenza avvenne la disfatta dei guelfi.

Orabile Beatrice seppe che la sua gente di Ghiaggiolo andò contro suo marito Paolo Malatesta.
Le convenienze dinastiche e le preoccupazioni politiche ressero (spesso dolorosamente) le sorti collettive delle famiglie e regolarono i destini dei singoli personaggi. Su questo sfondo, irruppe il fattaccio reso celebre da Dante, la tragedia dell’uccisione di Paolo e Francesca per mano di Giovanni.

La si può collocare ragionevolmente tra il febbraio 1283 (ritorno di Paolo a Rimini) ed il 1284. Luigi Tonini datò al 1286 il nuovo matrimonio di Giovanni con Zambrasina che gli diede almeno altri cinque figli. Come giustamente osservò Silvia Pari, bisogna lasciare un poco di tempo tra il delitto ed il nuovo sposalizio dell’omicida.
Certamente, la storia di Paolo e Francesca affascinò molti.
Dante Alighieri li collocò nell'Inferno, precisamente nel girone dei lussuriosi.
Il canto V (citato nella mia poesia come epigrafe) ne parla ampiamente.
Nella mia poesia, ho scritto che per loro (forse) il vero Inferno è qui sulla Terra.
Io visitai il castello di Gradara (nel 1993) e mi ricordo delle storie raccontate su di esso.
Secondo una leggenda, i fantasmi di Paolo e Francesca sarebbero ancora presenti nel maniero e si manifesterebbero nelle notte di plenilunio.
Per dovere di cronaca, nella mia visita non vidi alcun fantasma (forse perché entrai di giorno) anche se in alcune stanze del castello non mi trovai a mio agio.
Forse, il vero Inferno per Paolo e Francesca potrebbe essere lo stare come fantasmi nel castello e vedere ogni giorno altre persone che si sentono libere di amare e non di vivere clandestinamente per colpa di un matrimonio celebrato davanti a Dio ma senza amore.
Questo tema fa riflettere anche me.
Per certi versi, mi sento un po' Gianciotto ma piuttosto che fare male ad altri me ne sto da solo.









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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.