Sette anni fa, l'11 marzo 2011, ci fu il disastro di Fukushima, in Giappone.
Un terremoto generò uno tsunami che colpì anche la locale centrale nucleare.
Quel disastro influenzò anche il referendum che in quell'anno ci fu qui in Italia, con il quale si decise di abbandonare il progetto di un ritorno all'energia nucleare.
Ora, io resto sempre dell'idea secondo cui dire "no" all'energia nucleare sia stato un errore.
Io sono convintamente nuclearista, pur non escludendo le energie rinnovabili.
In Giappone accadde quello che accadde ma giapponesi di oggi non hanno smesso di produrre energia nucleare.
Noi, italiani, per avere detto "no" all'energia nucleare, paghiamo lo scotto di non essere autosufficienti e di dovere importare l'energia dall'estero, pagandola una fortuna.
Oltretutto, l'energia che noi importiamo è in buona parte prodotta da centrali nucleari.
A che serve dire "no" alle centrali nucleari qui in Italia, quando i nostri vicini di casa (come i francesi) le hanno?
Bisogna decidere con la ragione e non con la paura e l'ideologia.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
La scusa fu colta a volo dai soliti anti nuke ma in realtà il terremoto non produsse alcun danno, fu il maremoto oggi chiamato tsunami, le cui onde superarono il muro di cinta della Centrale. Se le mura fossero state più alte non sarebbe successo nulla ed in ogni caso non ci sono stati morti.
RispondiEliminaNoi abbiamo al di là dei contini ad ovest a nord e ad est a distanza ravvicinata le centrale degli altri: se ci fosse pericolo noi ne saremmo esenti solo perchè abbiamo rinunciato al nucleare!
Anche io sono favorevole al nucleare