Qui sotto è raffigurata anche l'altra faccia.
Il pontificato di questo Papa iniziò il 14 marzo 1800 e finì il 20 agosto 1823.
Mio padre l'aveva ritrovata in un muro del fienile di mio nonno, che si trovava nel suo paese d'origine, Azzinano, località del Comune di Tossicia, in Provincia di Teramo, in Abruzzo.
Il fienile oggi non c'è più.
L'area occupata da esso, oggi è dei figli del compianto zio Giuseppe, fratello maggiore di mio padre, che quest'anno è venuto a mancare e al quale dedico questo articolo.
La moneta, invece, fa parte della mia collezione.
Mio padre me l'ha ceduta.
Ora, la moneta in questione era dello Stato Pontificio.
Tossicia, però, era la capitale della cosiddetta "Valle Siciliana", perché ritenuta parte del Regno delle Due Sicilie.
A questo punto sorge una domanda: dov'era il vero confine tra i due Stati?
Il punto più settentrionale del Regno delle Due Sicilie era la Val Vibrata, che oggi è il punto più settentrionale dell'Abruzzo e che un tempo era contesa tra il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio.
Per tanti anni, pezzi del suo territorio, come gli attuali Comuni di Nereto e Ancarano, erano stati esclusi dal territorio abruzzese e facevano parte dei territori controllati dal senato e dal vescovo di Ascoli.
Quindi, la Val Vibrata potrebbe essere stata una "terra di nessuno", come lo erano le zone di confine in genere, ed era quindi una zona fortificata e da controllare.
Ne è testimonianza la Fortezza di Civitella del Tronto, che fu l'ultima roccaforte borbonica a cadere.
Essa cadde il 20 marzo 1861.
Quindi, l'ostentazione del toponimo "Valle Siciliana" indicava la vera e propria appartenenza della zona di Tossicia al Regno delle Due Sicilie, a differenza della vicina Val Vibrata, che invece era il confine.
Questo spiega la presenza di monete dello Stato Pontificio in territorio abruzzese.
Essendo stata vicino al confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie, Tossicia era zona di transito.
Inoltre, da quello che ho sentito, pare che vicino al fienile ci sia stato anche un convento.
Quindi, può darsi che la moneta sia stata una sorta di "lascito" dei monaci (o delle monache) presenti in esso.
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