il mio amico Aurelio Giorgianni è stato nella Cripta delle Repentite, un monumento di Palermo.
Ringrazio Aurelio delle foto.
Quel ragazzo è un patrimonio.
Ora, la cripta delle Repentite altro non è che una parte del cinquecentesco convento di Santa Maria la Grazia, convento che venne soppresso nel 1866.
Questo convento ospitava le prostitute che si convertivano e diventavano monache.
Il sito dell'Università di Palermo (di cui l'ex-convento è proprietaria) riporta:
"E’ una cripta che custodisce i segreti di uno dei luoghi più curiosi e affascinanti della città antica: il convento cinquecentesco di Santa Maria la Grazia, meglio noto come convento delle Repentite, le prostitute convertite alla vita monastica e mantenute dalle cortigiane in servizio attraverso un’imposta pagata al Senato palermitano, una sorta di “porno-tax” ante litteram. Il tributo non era obbligatorio, ma doveva essere versato se le prostitute volevano vestirsi come le “donne oneste”, senza gli abiti che erano segno della loro condizione di peccatrici. Dimenticata da secoli, la cripta è tornata alla luce casualmente nel 2005, durante lavori di ristrutturazione dell’ex complesso religioso di via Divisi, oggi destinato a dipartimenti universitari. Eliminando le piastrelle del pavimento e il sottostrato per ristrutturare i servizi igienici vicini a un’aula, si è reso evidente il volume di una volta, e quindi si è fatto largo il sospetto che esistesse ancora la vecchia cappella sotterranea. L’intuizione si è rivelata fondata. Una volta rimossi quintali di terriccio e di materiali di risulta forse esito di precedenti lavori compiuti intorno al 1960, la cripta, grande circa sedici metri quadrati, è venuta alla luce. E ha rivelato il suo tesoro: un magnifico altare seicentesco, la tomba della Madre Badessa e le panche dove venivano appoggiati i corpi delle defunte secondo un'antica tradizione religiosa che – come nel convento dei Cappuccini - prevedeva il prosciugamento dei cadaveri prima della sepoltura. La cripta è stata adesso restaurata da Simona Panvini, sulla base di un progetto firmato da Enrico De Mattei e condotto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali della Regione siciliana. La tomba della Madre Badessa è identificata da una lapide di marmo in cui è incisa la scritta: “In questo sepolcro giace il corpo della Reverenda Madre Santa Ignazia di Gesù Squatrito quale nacque al 1706, si chiamò nel secolo Donna Maria Squatrito, morì di anni 76 l’8 aprile del 1782”".
Tra queste vi è quella di Rosalia Lombardo, una bambina morta che morì il 06 dicembre 1920.
Anche nella cripta delle Repentite si faceva così.
Il clima secco della Sicilia favorisce il processo di mummificazione.
La cripta delle Repentite è legata a San Francesco d'Assisi, per la sua spiritualità.
Ora, per lungo tempo la cripta delle Repentite è stata dimenticata.
Riscoperta casualmente nel 2005, la cripta è riemersa con tutti i suoi simboli enigmatici.
Le foto qui sotto la mostrano.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento