Cari amici ed amiche,
su "Ribellione Nazionale", ho scritto un articolo intitolato "La difesa non deve essere reato!".
In quell'articolo ho parlato del vespaio di polemiche che si è generato intorno al caso di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda (Milano) che ha sparato un ventiduenne albanese che è entrato in casa e l'ha ucciso.
In primo luogo, quel ragazzo albanese aveva ricevuto il documento di espulsione dall'Italia.
Come mai egli era ancora nel nostro Paese?
In secondo luogo, Sicignano non sapeva del fatto che il ragazzo fosse disarmato né delle sue intenzioni.
Purtroppo, le rapine nelle ville stanno diventando sempre più frequenti.
Per finire, riguardo a questa vicenda, dico un'ultima cosa, che però non è meno importante.
Le forze dell'ordine non sono in grado di fare il proprio mestiere.
Per esempio, i carabinieri o i poliziotti mettono in galera un criminale ma poi arriva un magistrato che trova un cavillo legale e quel criminale viene scarcerato.
Inoltre, spesso le forze dell'ordine non hanno i mezzi per agire e la politica ci mette anche del suo con i decreti svuota-carceri e gli indulti.
Questo sta favorendo certi fenomeni, come le rapine nelle ville.
Del resto, in un'intercettazione tra scafisti (coloro che portano gli immigrati clandestini) si è detto chiaramente che qui in Italia regna l'impunità.
Ovviamente, questa impunità solo per chi fa il crimine.
Per chi si difende, invece, vi è l'accusa di reato di eccesso di legittima difesa o (come nel caso di Francesco Sicignano) di omicidio volontario.
Oltre a ciò, un altro caso che ha fatto discutere è quello dei dipendenti municipali di Sanremo (in Liguria) che timbravano i cartellini e poi non andavano a lavorare, vivendo sulle spalle dei cittadini senza fare un tubo.
Il video (che è stato trasmesso in televisione) è finito su Youtube ed io l'ho preso da lì.
Si vedono persone che timbrano il badge e poi vanno a fare la spesa o vanno in canoa.
Si vede anche un signore piuttosto in carne che timbra il cartellino in mutande.
Trentacinque dipendenti comunali sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di truffa.
Trentacinque dipendenti comunali sono finiti agli arresti domiciliari con l'accusa di truffa.
Vi sembra normale che una persona entri nel municipio in mutande?
L'inchiesta su coloro che timbravano i cartellini e non andavano a lavorare è durata due anni e grazie alla collaborazione della nuova amministrazione comunale sanremese (che si è insediata nel 2014) è andata avanti.
Lo dico veramente: povera Italia!
Questo Paese sta facendo ridere il mondo intero.
Cordiali saluti.
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