Cari amici ed amiche,
durante la messa di oggi pomeriggio, che c'è stata presso l'Istituto Geriatrico "Antonio Nuvolari" di Roncoferraro (Mantova), mi è venuto in mente di fare una riflessione sui pontificati degli ultimi tre pontefici: San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco.
San Giovanni Paolo II (al secolo Karol Jozef Wojtyla, che nacque il 18 maggio 1920, venne eletto il 16 ottobre 1978 e che rimase in carica fino alla morte, avvenuta il 2 aprile 2005) fu il Papa che combatté contro il comunismo (contribuendo di fatto a farlo cadere) e che vide con preoccupazione l'ascesa di quel relativismo che oggi in Europa sta facendo danni.
Anzi, per il fatto che nella Costituzione Europea non fossero stati citati i riferimenti alla radici giudaico-cristiane, egli disse che ci sarebbe stato il pericolo di derive fondamentaliste e di regimi laicisti in cui si sarebbero messi in crisi valori fondanti come la famiglia e la vita.
Se pur con minore "simpatia mediatica", anche Papa Benedetto XVI (al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, che nacque il 16 marzo 1926, che fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e che rimase in carica fino alla sua abdicazione, avvenuta il 28 febbraio 2013) portò avanti quanto fece il suo grande predecessore.
Non ebbe le stesse simpatie del suo predecessore perché egli si espresse più da teologo che non da persona mediatica.
Qualche sua citazione venne presa a pretesto per creare scompiglio.
Fu il caso della Lectio Magistralis di Ratisbona (12 settembre 2006) egli fece questa citazione storica:
"Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād, della guerra santa. (...) egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte"".
Questa citazione fu usata dai fondamentalisti islamici per creare scompiglio.
Per la sua difesa della tradizione e di valori come la famiglia e la vita, egli fu sotto attacco, come fu sotto attacco per altre vicende, come quelle dello IOR.
Anzi, per il fatto che nella Costituzione Europea non fossero stati citati i riferimenti alla radici giudaico-cristiane, egli disse che ci sarebbe stato il pericolo di derive fondamentaliste e di regimi laicisti in cui si sarebbero messi in crisi valori fondanti come la famiglia e la vita.
Se pur con minore "simpatia mediatica", anche Papa Benedetto XVI (al secolo Joseph Aloisius Ratzinger, che nacque il 16 marzo 1926, che fu eletto Papa il 19 aprile 2005 e che rimase in carica fino alla sua abdicazione, avvenuta il 28 febbraio 2013) portò avanti quanto fece il suo grande predecessore.
Non ebbe le stesse simpatie del suo predecessore perché egli si espresse più da teologo che non da persona mediatica.
Qualche sua citazione venne presa a pretesto per creare scompiglio.
Fu il caso della Lectio Magistralis di Ratisbona (12 settembre 2006) egli fece questa citazione storica:
"Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād, della guerra santa. (...) egli, in modo sorprendentemente brusco, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte"".
Questa citazione fu usata dai fondamentalisti islamici per creare scompiglio.
Per la sua difesa della tradizione e di valori come la famiglia e la vita, egli fu sotto attacco, come fu sotto attacco per altre vicende, come quelle dello IOR.
Sentendosi non più in grado di portare avanti la Chiesa, egli abdicò il 28 febbraio 2013.
Il suo successore è oggi Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio, nato 7 aprile 1936 ed eletto 13 marzo 2013).
Papa Francesco è il primo Papa delle Americhe.
Egli è argentino di origini italiane.
Egli è anche il primo Papa della Compagnia di Gesù.
Papa Francesco è sicuramente un Papa innovatore, sotto tanti punti di vista.
Egli vuole abbattere le barriere che ci sono tra il Pontefice e la gente.
Per esempio, è capitato che egli abbia telefonato a casa di persone comuni che gli hanno scritto.
Diciamo pure che Papa Francesco è dirompente.
Certo, purtroppo, io noto anche una cosa preoccupante: nella Chiesa (intesa come comunità) si è acceso sempre più la discussione tra la parte conservatrice (di cui anch'io faccio parte) e quella più progressista.
Basti pensare alla presa di posizione progressista di certi vescovi tedeschi in materia di unioni tra persone dello stesso sesso e di temi inerenti alla vita e quella più conservatrice di certi preti inglesi, di certi cattolici americani (come il grande cardinale Burke) e di una parte della Chiesa italiana.
Cito il cardinale Giacomo Biffi.
Forse, mai come oggi, i cattolici progressisti non capiscono noi conservatori e viceversa.
Sembra che tra noi e loro ci siano differenze di linguaggio se non addirittura di fede.
Lo noto io, quando cerco di dialogare con i miei correligionari che stanno dall'altra parte.
Faccio fatica a dialogare.
Quindi, oltre alle minacce esterne (come il fanatismo islamico ed il relativismo), la Chiesa deve stare attenta a questa divisione.
Come ha detto lui stesso, Papa Francesco si trova di fronte ad una Chiesa molto accidentata.
Preghiamo per lui.
Faccio mie le parole dette oggi da don Giovanni Telò, il parroco che ha celebrato la messa, nel dire che dobbiamo fidarci di Dio.
Cordiali saluti.
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