Una mia amica di Facebook ha riportato questa frase di Robert Green Ingersoll:
"Rinunciare alla propria individualità equivale ad annientare sé stessi. La schiavitù mentale equivale alla morte intellettuale ed ogni uomo che abbia rinunciato alla propria libertà intellettuale non è altro che il feretro vivente del suo spirito morto".
Commento questo stralcio, citando anche la mia esperienza personale.
Io non ho mai rinunciato alle mie idee né ai valori in cui credo.
Non ho fatto, per esempio, quello che fece l'ultimo vescovo cattolico di Ratzeburg Christoph von Schulenburg (1513-9 settembre 1580) che preferì dimettersi e seguire la maggioranza che aderì al luteranesimo.
Piuttosto, ho sempre fatto quelle che fece il suo predecessore Georg von Blumenthal (1490-25 settembre 1550) che invece resistette fino alla fine.
Io non ho mai rinunciato ai miei valori e al mio pensiero.
Molto probabilmente (anzi, sicuramente) avrò perso delle amicizie (e non solo) ma la mia coscienza è certamente pulita.
Mi sono attirato molte antipatie ( per esempio, per avere difeso il valore della vita o per avere detto che l'immigrazione clandestina sia sbagliata) ma io non ho mai mollato.
Io posso dire di essere una "persona viva".
Talvolta, si è costretti a scegliere tra il dovere accettare dei compromessi spiacevoli ed il dovere "pagare dazio, perdendo qualcosa, pur di mantenere il proprio pensiero.
Una cosa è cercare il dialogo con gli altri e di ragionare insieme per il bene ma ben altro è rinunciare ai propri principi o andare a seconda di "come tira il vento".
Andare a seconda di "come tira il vento" può pagare nel breve periodo ma poi rende le persone inaffidabili agli occhi degli altri.
Forse, nella nostra politica servono un po' di questi principi.
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