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domenica 11 marzo 2018

Liste civiche e grandi coalizioni

Stamane, ho parlato delle liste civiche e delle mie perplessità riguardo a quelle trasversali, ossia, quelle liste costituite da elementi che in una situazione normale dovrebbero essere alternativi tra loro.
Ribadisco il concetto di questa mattina: io non ho un pregiudizio contro le liste civiche a prescindere.
Ci sono liste civiche orientate verso il centrodestra, altre orientate verso il centrosinistra ed altre trasversali.
Le liste civiche semplicemente solo liste i cui candidati non hanno tessere di partito.
Ci possono essere anche liste trasversali in cui i partiti intervengono direttamente.
Mi ricordo di un caso nel Sud (mi pare in Campania) in cui si era presentata alle elezioni una lista costituita da Partito Democratico e Popolo della Libertà, oggi Forza Italia.
Quella lista non era certo civica, essendo stata fatta direttamente dai partiti.
Il problema non è il civismo ma la trasversalità.
Il civismo può anche essere un fatto positivo, quando i partiti non sono strutturati nel territorio.
In questo caso, una lista civica, ovviamente con un determinato orientamento politico, può surrogare il partito mancante.
Il vero problema è la trasversalità, ossia la presenza in una lista di soggetti troppo diversi tra loro.
Anzi, vado anche oltre, parlando anche delle "grandi coalizioni" che governano certi Paesi, come la Germania.
Quando dei partiti troppo diversi tra loro si mettono insieme non è un bel segnale per la democrazia, che si fonda anche sull'alternanza.
Partiti troppo diversi che si mettono insieme rischiano di diventare poco credibili riguardo all'alternanza.
Nel clima di anti-politica che c'è oggi, si rischia di creare una frattura insanabile tra la politica ed i cittadini.
In realtà, spesso e volentieri, certe liste civiche trasversali, come le "grandi coalizioni" si fanno per mantenere lo status quo di un sistema che deve essere riformato.
Mi viene in mente la Repubblica di Weimar, la Germania prima del nazismo.
Il 15 maggio 1925, fu eletto alla presidenza di quella repubblica Paul von Hindenburg (2 ottobre 1847-2 agosto 1934).
Hindenburg era un vecchio maresciallo legato all'Impero Germanico (1871-1918) che fu eletto con i voti dei cattolici e dei socialisti.
Ora, cattolici e socialisti avrebbero dovuto essere alternativi tra loro.
Inoltre, Hindenburg era legato a quel mondo prussiano e protestante ed era monarchico.
L'elezione di Hindenburg fu il segnale di una crisi profonda del sistema democratico della Repubblica di Weimar, crisi che fu accelerata dal crollo del 1929 e che portò all'ascesa del nazismo.
In quel caso, i partiti tradizionali e moderati non seppero riformarsi al loro interno (per esempio, costruendo un polo conservatore ed uno progressista) e lasciarono spazio ai comunisti e ai nazisti.
Questi ultimi vinsero per la paura del comunismo.
Se nella Germania di allora ci fossero stati un forte polo conservatore-liberale ed un polo progressista liberal-socialista (sul modello anglosassone) non ci sarebbe stato spazio né per il nazismo né per il comunismo.
Certi segnali simili a quelli che ci furono nella Germania di quel periodo si vedono anche qui, in Italia, come nel resto dell'Europa di oggi.
Io auspico che il risultato che è saltato fuori in queste nostre elezioni possa dare la spinta ai partiti tradizionali perché possano riformarsi, magari creando un polo progressista ed uno conservatore, prima che possa accadere qualcosa di brutto, anziché cercare di difendere lo status quo in un sistema che deve essere riformato.
Non è detto che la storia non possa ripetersi.




1 commento:

  1. Io non ho mai saputo parlare di una lista fra Pd e FI.
    Comunque sono contraria a liste e listerelle fai da te che per proseguire hanno bisogno di sovvenzioni ecc ecc

    RispondiElimina

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.