È frequente vedere in chiesa persone che, dopo un segno di croce e una breve preghiera, accendono un cero davanti all’altare.
Anche i bambini trovano un gusto tutto particolare a togliere dalla mano della nonna la candelina per accenderla loro. Qualcuno non lascia passare un giorno senza questo rito. Se gliene chiedi il motivo, ricevi le risposte più varie e impensate: "Sant’Antonio mi ha fatto una grazia per la quale non finirò mai di ringraziarlo"; "La Madonna la sento mia mamma, perciò ne chiedo protezione anche e soprattutto quando non sono in chiesa. Mentre accendo il mio cero, a Lei dedico la mia giornata, perché le mille faccende della vita, sia al lavoro, che in famiglia, Ella le trasformi tutte in preghiera". Mi racconta Lara, la vigilessa del borgo, che tutti gli anni va a Sotto il Monte, a Bergamo, paese nativo di Papa Giovanni. Vi porta un grosso cero come preghiera riconoscente al "Papa buono". "L’ho invocato - testimonia - e sono stata salvata da un grave incidente stradale".
Anche i bambini trovano un gusto tutto particolare a togliere dalla mano della nonna la candelina per accenderla loro. Qualcuno non lascia passare un giorno senza questo rito. Se gliene chiedi il motivo, ricevi le risposte più varie e impensate: "Sant’Antonio mi ha fatto una grazia per la quale non finirò mai di ringraziarlo"; "La Madonna la sento mia mamma, perciò ne chiedo protezione anche e soprattutto quando non sono in chiesa. Mentre accendo il mio cero, a Lei dedico la mia giornata, perché le mille faccende della vita, sia al lavoro, che in famiglia, Ella le trasformi tutte in preghiera". Mi racconta Lara, la vigilessa del borgo, che tutti gli anni va a Sotto il Monte, a Bergamo, paese nativo di Papa Giovanni. Vi porta un grosso cero come preghiera riconoscente al "Papa buono". "L’ho invocato - testimonia - e sono stata salvata da un grave incidente stradale".
Andrea Panont
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