Quello che costituisce il momento centrale della nostra fede, che dovrebbe essere per tutti una festa, incontro gioioso con Dio e con gli altri, per molti genitori è motivo di dubbio, preoccupazione e stress.
Meglio portare i bambini e sopportare strilli, capricci, occhiatacce e critiche, oppure lasciare i pargoli a casa, fino a quando (quando?) saranno in grado di stare seduti attenti e partecipare? Meglio santificare la domenica, conducendo la famiglia intera alla mensa del Signore, oppure andarci alla spicciolata, a turni, la mamma al mattino, il papà alla sera (e i bimbi a casa)? Meglio insistere, perché i ragazzi più grandi si uniscano ai genitori, per assistere ad un rito a cui si sentono obbligati, oppure rispettare la loro libertà e sperare che la loro fede diventi, prima o poi, adesione personale al Mistero? Sono domande comuni, a cui vale la pena trovare una risposta: è triste quando un bambino (magari nemmeno nostro), un po’ troppo rumoroso, viene allontanato dall’assemblea. È vero, è fonte di disturbo e i genitori dovrebbero capire quando è il momento di fare un giretto sul sagrato, ma la carità, dove è? Si deve aspettare di diventare anziani e senza “impegni familiari”? Per fortuna, le parrocchie si vanno attrezzando per celebrazioni adatte alle famiglie con bambini e la pastorale familiare sta facendo grandi progressi, rivalutando la presenza del nucleo, anche a costo di un po’ di confusione, ma la strada sembra ancora lunga. Intanto, abituiamo, comunque, i nostri piccoli a venire a Messa con noi, anche a scapito della nostra tranquillità, perché solo da noi potranno imparare i gesti e il senso dei riti domenicali. E poi, quando saranno più grandi, dobbiamo forzarli ad assistere alla Messa, anche se si dichiarano completamente indifferenti? Lorenzo, 16 anni, ci assicura che la nostra insistenza farà di lui un ateo convinto, ma noi crediamo, supportati anche dal parere del confessore, che il nostro compito come genitori è di scegliere per il suo bene. Così come insistiamo, perché metta la cintura di sicurezza, perché non dovremmo insistere che accompagni i suoi genitori e i fratellini a Messa? È un bene prezioso anche se lui non lo apprezza (ancora, si spera) e ogni volta, anche quando dichiara di non avere seguito nemmeno una parola, torna a casa con qualcosa, se non altro la certezza di avere condiviso con la sua famiglia qualcosa che noi reputiamo importante. E poi, ci affidiamo alla statistica: sembra che il 78% degli adulti, che frequentano regolarmente la Messa, abbia alle spalle un padre praticante…
Meglio portare i bambini e sopportare strilli, capricci, occhiatacce e critiche, oppure lasciare i pargoli a casa, fino a quando (quando?) saranno in grado di stare seduti attenti e partecipare? Meglio santificare la domenica, conducendo la famiglia intera alla mensa del Signore, oppure andarci alla spicciolata, a turni, la mamma al mattino, il papà alla sera (e i bimbi a casa)? Meglio insistere, perché i ragazzi più grandi si uniscano ai genitori, per assistere ad un rito a cui si sentono obbligati, oppure rispettare la loro libertà e sperare che la loro fede diventi, prima o poi, adesione personale al Mistero? Sono domande comuni, a cui vale la pena trovare una risposta: è triste quando un bambino (magari nemmeno nostro), un po’ troppo rumoroso, viene allontanato dall’assemblea. È vero, è fonte di disturbo e i genitori dovrebbero capire quando è il momento di fare un giretto sul sagrato, ma la carità, dove è? Si deve aspettare di diventare anziani e senza “impegni familiari”? Per fortuna, le parrocchie si vanno attrezzando per celebrazioni adatte alle famiglie con bambini e la pastorale familiare sta facendo grandi progressi, rivalutando la presenza del nucleo, anche a costo di un po’ di confusione, ma la strada sembra ancora lunga. Intanto, abituiamo, comunque, i nostri piccoli a venire a Messa con noi, anche a scapito della nostra tranquillità, perché solo da noi potranno imparare i gesti e il senso dei riti domenicali. E poi, quando saranno più grandi, dobbiamo forzarli ad assistere alla Messa, anche se si dichiarano completamente indifferenti? Lorenzo, 16 anni, ci assicura che la nostra insistenza farà di lui un ateo convinto, ma noi crediamo, supportati anche dal parere del confessore, che il nostro compito come genitori è di scegliere per il suo bene. Così come insistiamo, perché metta la cintura di sicurezza, perché non dovremmo insistere che accompagni i suoi genitori e i fratellini a Messa? È un bene prezioso anche se lui non lo apprezza (ancora, si spera) e ogni volta, anche quando dichiara di non avere seguito nemmeno una parola, torna a casa con qualcosa, se non altro la certezza di avere condiviso con la sua famiglia qualcosa che noi reputiamo importante. E poi, ci affidiamo alla statistica: sembra che il 78% degli adulti, che frequentano regolarmente la Messa, abbia alle spalle un padre praticante…
Tratto da un testo di R. Florio
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