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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 27 aprile 2022

Tempesta ad oriente: occhio al Dragone!


Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot de "La Verità" con un articolo di Alessandro Rico. 

Che gli USA vogliano schiacciare la Russia per affermare la loro egemonia è vero.
Tuttavia, una cosa deve essere fatta notare.
Il problema di fondo di questa guerra è che rischia di favorire la Cina, alleata della Russia ed autocrazia anche peggiore di quest'ultima.
Infatti, se la Russia non vendesse più il gas all'Europa la Cina si sostituirebbe ad essa.
Dunque, la Cina si rafforzerebbe.
Ora, l'imperialismo cinese non è meno pericoloso di quello russo. 
Il problema è che un Paese come il nostro, l'Italia, non è impegolato solo nella questione del gas, con la Russia, ma anche in quella di varie aziende che sono finite in mani cinesi.
Questo è uno stralcio di un articolo su "Il Sole 24 Ore"  che riporta:

"Un’onda impetuosa e inarrestabile. Finanziamenti, investimenti, imprese, occupazione: la penetrazione economica cinese in Italia è irrefrenabile, in aumento continuo senza eccezioni. La mappa aggiornata spicca nella relazione appena approvata del Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) sulla tutela degli asset finanziari nazionali strategici. Nel documento c’è un apposito addendum sulla Cina, frutto delle audizioni di Aisi e Aise al comitato parlamentare e dei report di intelligence economica.

«Tassi di crescita costanti nel tempo»

«La penetrazione di capitali provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese in Italia (includendo anche gli investimenti provenienti da Hong Kong e Macao) - si legge nel documento - ha mostrato tassi di crescita costanti nel tempo». Con due modalità: «1) aumento dei flussi di investimenti diretti esteri provenienti dalla Cina; 2) aumento della percentuale di proventi finanziari, derivanti da imprese italiane a controllo cinese che l'azionista di riferimento decide di reinvestire nel nostro Paese, invece che reinviare in Cina».Sia che si tratti di investimenti di capitali cinesi in aziende fondate in Italia da soci italiani con il successivo l'ingresso di soci di Pechino nel capitale azionario con partecipazioni di rilievo - investimenti in gergo «brownfield» cioè frutto di riconversione - sia che si tratti di investimenti in aziende fondate in Italia da cittadini o aziende di nazionalità cinese ovvero filiali di società cinesi - investimenti «greenfield» - a fine 2019 «risultano direttamente presenti in Italia 405 gruppi cinesi, di cui 270 della Repubblica Popolare Cinese e 135 con sede principale a Hong Kong, attraverso almeno un'impresa partecipata. Le imprese italiane partecipate da tali gruppi sono in tutto 760 e la loro occupazione è di poco superiore a 43.700 unità, con un giro d'affari di oltre 25,2 miliardi di euro»".

Ora, molti marchi italiani vedono la presenza cinese nei rispettivi capitali. 
Pensiamo, per esempio, all'Inter.
Se si applicasse nei confronti della Cina lo stesso metro di misura che si è applicato nei confronti della Russia tanta aziende in Italia chiuderebbero. 
I tifosi nerazzurri non avrebbero più una squadra da tifare.
Purtroppo, tutto ciò è avvenuto per colpa  nostra. 
Come abbiamo rinunciato alla nostra autonomia energetica a vantaggio dei Russi, a causa di veti continui da parte di certe frange politica, così abbiamo permesso ai Cinesi di fare man bassa delle nostre imprese, a causa delle nostre politiche scellerate.
Purtroppo, questa situazione rischia di aggravarsi.
Già si parla di rinuncia al gas russo e di conseguenti rischi di razionamenti dell'energia elettrica. 
Se poi la guerra si estendesse alla Cina, che della Russia è alleata, la situazione nostra peggiorerebbe.
Se noi avessimo implementato una politica differente, oggi non ci troveremmo in questa situazione.
Ci siamo fatti del male prima con certe politiche ed ora rischiamo di farci altrettanto male disconoscendo quelle politiche. 
La nostra incoerenza sarà la nostra rovina.
Avremmo dovuto implementare una linea di condotta coerente, a cominciare dall'autonomia energetica che ci avrebbe svincolati dai Russi e da certe politiche per l'impresa italiana che avrebbe impedito ai Cinesi di penetrare nel nostro tessuto economico.
Intanto, salvo azioni preventive, la Cina rischia veramente di trarre un vantaggio da questa guerra.
Con una Russia che le vende il gas ed altre risorse, la Cina rischia veramente di crescere e di fare danni alla nostra economia. 
Non solo noi (Europei ed Italiani) rischiamo di finire in una guerra mondiale ma rischiamo anche di prendere una botta al livello economico dopo la quale non ci rialzeremo molto presto. 
Si auspica che qualcuno si renda conto di ciò. 



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AstraZeneca ha ritirato il suo vaccino anti-Covid

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".