Forse, il fondatore ed amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg (nella foto) farebbe bene a riflettere sullo stato pessimo del social-network da lui fondato. I social network nascono come piattaforme sulle quali condividere dei contenuti, a patto che questi non siano illegali.
Purtroppo, sembra che chi gestisce Facebook ed i suoi fact checker abbiano scelto di sostituirsi alla legge e di censurare arbitrariamente i contenuti, a seconda dell'ideologia politica.
Ricordo che in Polonia è stata fatta una legge che punisce i social network che censurano in modo arbitrario, come sta facendo Facebook.
Se comandassi io, anche qui in Italia si farebbe una legge di questo tipo.
Ora, la questione è molto semplice: i social network come Facebook stanno operando come delle testate giornalistiche.
Oramai, essi hanno una loro linea editoriale, proprio come le testate giornalistiche.
Una testata giornalistica ha una sua linea editoriale e chi la dirige può non pubblicare il materiale di chi porta dei contenuti non conformi a tale linea, a prescindere dal fatto che siano legali o meno.
Questo è legittimo.
Per esempio, un giornale legato ad un partito di sinistra non pubblicherebbe mai un articolo con contenuti edificanti per la destra.
Non è legittimo il comportamento di social network come Facebook, i quali non sono testate giornalistiche.
Ora, Facebook ha deciso anche di sbloccare i post antirussi mentre chi mette in dubbio il pensiero dominante viene censurato.
Purtroppo, anche il mio nuovo profilo Facebook è stato limitato.
Così, ho deciso di aprire un canale su Telegram.
Il signor Zuckerberg e soci sappiano che io non sono un delinquente.
La mia fedina penale è pulita.
Invece di rompere l'anima a me, vadano a censurare quelli che, per esempio, favoriscono l'immigrazione clandestina ed i terroristi che usano i loro canali.
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