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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 22 aprile 2022

Europa e Stati Uniti d'America non hanno gli stessi interessi


Su "Atlantico Quotidiano" vi è un articolo di Federico Punzi che è intitolato "Armi e gas, il bluff di Scholz e due linee sempre più divergenti tra gli Alleati".
Ne riporto questo stralcio:

"No, gli Alleati non sono usciti compatti, come qualche giornale italiano ha scritto, dopo l’ultima videocall tra il presidente Usa Joe Biden e i leader di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania, Canada e Giappone, a cui hanno partecipato anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Stati Uniti, Regno Unito e Canada hanno subito annunciato l’invio di artiglieria pesante agli ucraini, “oltre a molte altre forme di sostegno”, ha assicurato il primo ministro britannico Johnson ai Comuni. La Norvegia si è unita annunciando l’invio di 100 missili anti-aereo Mistral (made in France). Gli ucraini, rendeva noto martedì il portavoce del Pentagono, hanno ricevuto “ulteriori aerei e parti di aerei, per aiutarli a farne volare di più”, dichiarazione poi rettificata: solo parti di aerei, pezzi di ricambio arrivati non dagli Usa, ma da altri partner, presumibilmente Paesi Nato ex Patto di Varsavia.


Nella nota di Palazzo Chigi sulla videocall si ipotizzavano “ulteriori sanzioni” per “rafforzare la pressione sul Cremlino” e anche la Von der Leyen parlava di “inasprimento”, mentre né da Berlino né da Parigi arrivava alcun cenno a nuove sanzioni.

Eppure, si vocifera con insistenza di uno stop all’importazione di petrolio russo. Non prima però del secondo turno delle presidenziali francesi, segno inequivocabile della consapevolezza che scatenerebbe nuovi aumenti dei prezzi, quindi meglio parlarne dopo, per non nuocere alle chance di rielezione del presidente Macron. Ma il ministro degli esteri tedesco Annalena Baerbock ha già fatto sapere che la Germania potrà rinunciare al greggio russo non prima della fine del 2022 e quello delle finanze Christian Lindner ha assicurato che Berlino si muoverà il più rapidamente possibile, ma senza confermare il termine, entro l’anno, indicato dalla sua collega".

La questione della Germania dimostra una cosa: USA (con tutto il blocco anglosassone) ed Europa non hanno gli stessi interessi 
Infatti, Paesi come Germania ed Italia dipendono dalla Russia sul piano energetico.
Se l'Italia rinunciasse al petrolio e al gas provenienti dalla Russia il problema dei fornelli e degli scaldabagno che non funzionano  sarebbe solo il minore dei mali.
Infatti, il vero problema sarebbe il non funzionamento delle centrali elettriche.
Se non funzionassero le centrali elettriche molte aziende chiuderebbero.
Lo stesso discorso vale anche per la Germania.
Questo spiega i tentennamenti del cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Scholz sa bene che senza il petrolio russo la Germania finirebbe con il sedere per terra. 
Ora, l'Italia ha una posizione più atlantista e favorevole alle sanzioni contro la Russia, rispetto alla Germania.
Però, deve fare i conti con il fatto che faccia parte dell'Unione Europea e che quest'ultima sia a trazione tedesca, specie dopo la Brexit.
Con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea il peso specifico della Germania è aumentato molto. 
Ergo, l'Italia potrebbe essere costretta a piegarsi di fronte alla posizione tedesca. 
Ciò che Berlino fa ha un peso su tutta l'Unione Europea. 
Per i motivi prima citati, Europa e Stati Uniti d'America non hanno gli stessi interessi e alla lunga questa divergenza potrebbe farsi ancora più forte.
Certamente, tutti sono concordi sul fatto che la Russia abbia attaccato l'Ucraina e sul fatto che l'Ucraina debba restare indipendente.
Solo una persona scriteriata vorrebbe un'Ucraina sottomessa a Mosca. 
Però, se alla fine la questione si limitasse solo al Donbass e alla Crimea, l'Unione Europea sarebbe disposta a seguire fino in fondo le posizioni americane ed inglesi e sarebbe favorevole a sacrificare quelle due regioni pur di arrivare ad un negoziato e quindi a salvare i propri interessi?
In poche parole, l'Unione Europea potrebbe dire al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: "Lasciamo il Donbass e la Crimea a Mosca, fattene una ragione". 
Questo spiega il fatto che l'Unione Europea abbia deciso di impedire il commercio  solo della vodka  e del caviale della Russia. 
Se l'Unione Europea decidesse di sacrificare Donbass e Crimea per il negoziato sarebbe un insuccesso anche per il presidente americano Joe Biden, il quale ha dimostrato una grande insipienza politica.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".