Prendo questo stralcio da un articolo scritto da Gianluca Spera su "Atlantico Quotidiano", articolo che è intitolato "L’avanspettacolo sull’Ucraina e il cortocircuito di chi si opponeva al regime sanitario e ora tifa Putin":
"È risaputo che “in guerra la prima vittima è la verità” e che gli ultimi due anni di infodemia hanno ingenerato un senso generale di sfiducia nei mezzi di informazione tradizionali che porta a dubitare o ad accogliere con una certa dose di scetticismo le notizie che vengono diffuse soprattutto attraverso i canali mainstream. Se, da un lato, il fenomeno è abbastanza comprensibile, però è altrettanto innegabile che non si può commettere un tragico errore di metodo: schierarsi dalla parte dell’autocrate per dispetto o come reazione istintiva alle varie coercizioni pandemiche imposte dai governi e caldeggiate dalla grande stampa con grande enfasi. Così si finisce per infilarsi in una clamorosa contraddizione: aver criticato aspramente misure liberticide come il Green Pass o gli obblighi sanitari per poi schierarsi con chi delle libertà e dei diritti, oltre che di uomini e donne, sta facendo strage".
Se oggi qui in Italia ci sono tanti "putinisti di reazione" la colpa è proprio del mainstream.
Il mainstream italiano ha favorito il "putinismo di reazione".
Oggi, la stessa cosa si sta ripetendo con la questione russo-ucraina.
Un mainstream che si dice democratico e che fa altro che silenziare e bullizzare chi la pensa diversamente scredita la democrazia agli occhi della gente.
Qui in Italia la democrazia è molto screditata.
Così, una parte delle persone vede nel presidente russo Vladimir Putin una sorta di "alternativa".
In realtà, il clima è così esasperato che tanta gente ragiona di pancia.
Il ragionamento che fa è molto semplice: "Putin è contro questo sistema. Dunque ci piace".
Fa questo ragionamento a prescindere dal fatto che sappia o meno chi è Putin.
Insomma, si debbono riscoprire i valori veri della democrazia occidentale.
Si deve ripristinare il concetto di libertà individuale e deve ridare legittimità al dissenso.
Solo così si può combattere il "putinismo di reazione".
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