Il 29 aprile 1975 il giovane Sergio Ramelli fu ucciso a Milano. A compiere l'uccisione del giovane furono dei militanti di Avanguardia Operaia, una formazione comunista.
L'unica "colpa" di Ramelli fu la sua militanza nel Fronte della Gioventù.
Ora, gli anni '70 furono gli anni del terrorismo rosso e di quello nero.
Purtroppo, però, sembra che ancora oggi vi siano due pesi e due misure.
Mentre si condanna (giustamente) il neofascismo, il terrorismo rosso è spesso trattato con meno durezza.
Purtroppo, una certa parte politica affermò negli anni un'egemonia cultura che ancora oggi è difficile da scardinare.
L'egemonia culturale della sinistra è ancora oggi presente.
Per alcuni, ricordare la morte di Sergio è roba da nostalgici del fascismo.
La realtà è ben diversa.
La morte di Sergio fu quella di un ragazzo che aveva le sue idee e che per questo motivo fu ucciso.
L'uccisione di Sergio Ramelli ci ricorda ancora oggi che non si può morire a causa della politica.
Purtroppo, qui in Italia tante persone morirono di politica.
Per questo motivo, l'uccisione di Sergio Ramelli ci deve ricordare la sacralità del valore della libertà e quello della democrazia, la quale si fonda sulla pluralità di idee.
Questo non deve mai essere dimenticato.
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