Non ho simpatie per Carlo Calenda e per il suo partito, Azione.Non voterei mai né lui né il suo partito.
Però, mi sento di difendere il candidato della sua lista a Roma di nome Roman Pastore, il quale è stato insultato per il suo orologio.
Un articolo su "Libero", che mi è stato segnalato da Morris Sonnino, riporta l'accaduto.
Gli insulti vengono dai soliti esponenti della sinistra.
Ora, io penso che un uomo politico debba essere giudicato per quello che promette e per quello che fa e non per l'orologio che porta.
Gli insulti vengono dai soliti esponenti della sinistra.
Ora, io penso che un uomo politico debba essere giudicato per quello che promette e per quello che fa e non per l'orologio che porta.
Insultare un ragazzo di ventun anni solo per l'orologio mi pare un atto veramente ignobile e di bassa lega.
Sia chiaro, se fossi romano, voterei Enrico Michetti senza se e senza ma.
Oltretutto, Michetti è vicino a Fratelli d'Italia, il mio partito di riferimento.
Però, il confronto deve essere sempre basato sui contenuti e non sugli attacchi personali per un orologio o per come si veste.
Io non voterei mai Calenda e la sua lista perché rappresentano il vecchio.
Non portano nessuna novità.
Politicamente, Carlo Calenda e Roberto Gualtieri, il candidato del Partito Democratico, e la sindaca uscente (del Movimento 5 Stelle) Virginia Raggi sono figli della stessa madre.
Tutti e tre rappresentano quel ceto politico che ha portato Roma nello stato stato pietoso nel quale si trova.
Per risollevare Roma serve ben altro.
Però, non insulterei mai a livello personale né Calenda, né i candidati della sua lista, né quelli delle altre liste.
La politica vera non si basa sull'insulto ma sulle possibili soluzioni per i problemi che si presentano ogni giorno.
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