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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 6 settembre 2021

Biden è inadeguato


Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Michele Mersonet che è intitolato "L’America è in crisi, oppure è un flop la presidenza Biden?".
Ne riporto questo stralcio:

"Va di moda, oggi, sostenere che l’America è in crisi, e la grande debolezza dell’attuale amministrazione contribuisce non poco a diffondere tale tesi. Eravamo abituati a vedere una superpotenza globale che esercitava senza remore la sua leadership, spesso ricorrendo alla sua enorme potenza militare.

Senza dubbio il quadro complessivo era più semplice quando gli Stati Uniti dovevano fronteggiare un nemico certo ma, tutto sommato, prevedibile come la defunta Unione Sovietica. Anche perché, allora, lo scontro aveva una forte connotazione ideologica che facilitava la divisione in blocchi contrapposti.

Ai giorni nostri i nemici sono più d’uno e spesso non è facile identificarli come tali con sufficiente chiarezza. Non solo. La Cina è senz’ombra di dubbio un pericoloso avversario, ma è impossibile ignorare l’inestricabile intreccio economico e commerciale che unisce – lo vogliano o meno – Pechino a Washington e alla stessa Europa. Lo stesso discorso, pur con notevoli differenze, vale per il frastagliatissimo mondo islamico, dove l’odio atavico tra sunniti e sciiti causa tra l’altro notevoli problemi quando si tratta di decidere le alleanze.
Credo però sia opportuno rilevare che la crisi americana è più apparente che reale. O se si preferisce, che si tratta di una crisi dovuta a fattori contingenti, la quale potrebbe essere superata in futuro con l’ingresso alla Casa Bianca di un presidente dotato di una strategia chiara sul piano della politica internazionale. Qualche illuso sperava fosse Biden, indicato come “esperto” in tale campo, ma il disastro afghano ci ha subito fatto capire con chi abbiamo a che fare".

Ora, il disastro afghano ha dimostrato l'inadeguatezza dell'attuale presidente americano Joe Biden,  come l'abbiocco che questi ha avuto mentre il premier israeliano Naftali Bennett parlava.
Il mondo anteriore alla caduta del muro di Berlino vedeva un mondo diviso in due grossi blocchi.
Oggi, invece, vi è una maggiore complessità.
Vi sono il mondo islamico, diviso in Islam sunnita e sciita, la Cina e la Corea del Nord.
A fronte di ciò, serve un presidente americano con una strategia chiara sul piano della politica internazionale.
Dopo la fine dell'Unione Sovietica, gli USA sono rimasti l'unica superpotenza.
Biden ha dimostrato non possedere una strategia.
Ha dimostrato tutta la sua incapacità proprio con il disastro afghano.
Il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan ha avuto tutto l'aspetto di una vera e propria resa di fronte ai Talebani, i quali si sono ringalluzziti e hanno ripreso il potere nel Paese.
I presidenti Barack Hussein Obama e Joe Biden hanno spaccato gli USA.
Essi hanno polarizzato il popolo americano, in nome dell'ideologia progressista.
La reazione opposta è stata incarnata dal presidente Donald Trump, il quale (però) ha cercato di difendere il concetto dell'"America first".
Con questo concetto, Trump ha cercato di riunire gli USA ma la spaccatura era troppo profonda.
Con Biden, questa spaccatura si è fatta ancora più profonda.
Ora, un'America divisa è un'America debole.
Per contro, la Cina sta crescendo.
La Cina sta crescendo in barba ai vari protocolli ambientali che l'Occidente rispetta.
Infatti, la Cina continua a produrre e ad inquinare.
L'Occidente, invece, rallenta la sua produzione, in nome della "difesa dell'ambiente", sotto il segno di Greta Thunberg.
Così, la Cina rischia di scalzare gli USA dal ruolo di prima potenza mondiale.
Biden incarna questa volontà di autodistruggersi dell'Occidente. 

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Liberiamo l'Europa dall'ideologia "Green"

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.