Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

mercoledì 5 maggio 2021

L'importanza della storia


Prendo questo stralcio dell'articolo scritto da Chantal Fantuzzi su "Ticino Live", articolo intitolato "5 maggio 1821 – 2021 la Gloria, la Memoria, la Storia":

"Cosa, dunque, aggiungere, all’epitaffio immenso, sancito il 5 maggio1821, quando, esattamente duecento anni fa, all’Isola di Sant’Elena, al largo del Pacifico, si spense Napoleone?

Merezkovskij, nel capitolo introduttivo intitolato “I giudizi su Napoleone” al suo saggio “Napoleone, l’uomo, la sua vita, la sua storia “ (1988) riporta quello di Goethe, secondo cui “Napoleone è l’immagine del mondo in iscorcio. La sua vita è quella di un semi-Dio. Si può dire che la luce che l’illuminava non mai si spense per un attimo; ecco perché la sua vita è tanto luminosa. Il mondo mai aveva visto e forse mai vedrà nulla di simile”.

Sangue e gloria, fu ciò che, a parer mio, Napoleone sparse sull’Europa. Così Edmund Rostand (Legion d’Onore per la tragedia dedicata al figlio dell’Imperatore), ne l’Aiglon fa parlare il giovane erede morente – un’aquila senz’ali – di Bonaparte: “….Io sono l’ostia espiatoria! […] Bisognava che su tanto sangue ond’è irrigua / questa pianura, io fossi l’ostia bianca ed esigua / che rinunziando e che implorando di soffrire / s’assottiglia, per tendersi e scema per salire / […Prendimi, dunque, o Wagram! Prendimi ed in riscatto / d’allor, figlio che s’offre per tanti figli, e intatto, / sul fiore de le tue fiere brume commosse / levami, bianco, o Wagram, nelle tue mani rosse!” (Atto Quinto, Scena V).

Dalle due campagne d’Italia (sulle quali troneggia, tra tanti, il nome di Marengo), alle Piramidi, e poi Ulma, sino ad Austerlitz (la battaglia dei tre imperatori, rispettivamente d’Austria, Russia e, ovviamente di Francia), Jena, Eylau e Friedland, e poi la fatale spedizione in Russia, che a tutti lascia con una domanda sospesa: perché? Perché Napoleone, che aveva già un impero solido, una bellissima e giovane moglie che gli aveva dato l’agognato erede maschio, volle rompere con la Russia, sfidando i ghiacci eterni ed il mortifero freddo?

Avrebbe scritto Lev Tolstoj in Guerra e Pace: “che cosa aveva provocato quello straordinario evento? Quali ne furono le cause? Gli storici, con ingenua sicurezza, asseriscono che le cause dell’avvenimento furono: l’offesa fatta al duca di Oldenburg, l’inosservanza del blocco continentale, l’ambizione di Napoleone, la fermezza di Alessandro, gli errori dei diplomatici e così via. […]Secondo noi posteri, che non siamo né storici né affascinati dal processo delle indagini […] i motivi di questa guerra ci appaiono in numero incalcolabile”. (Libro III, Parte I, Cap. I).

Insomma, la caduta di Napoleone fu qualcosa che “aveva da essere”, come avrebbe scritto Victor Hugo nei Miserabili nei lunghi capitoli dedicati a Waterloo. Qualcosa di necessario e non di contingente, esattamente come la sua morte
".

Oggi, vi è il CC anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.
Il piccolo generale corso, che divenne imperatore dei Francesi nel 1804, rappresenta ancora oggi l'esempio di uomo che sfruttò gli eventi per scalare la società.
Nel 1789, ci fu la Rivoluzione in Francia. Poi, seguirono la monarchia costituzionale e la I Repubblica francese, con i regime del Terrore ed il Direttorio.
Questo favorì uno come Napoleone, un uomo ambizioso che (forse) non apprezzava quel popolo francese al quale chiese consenso.
Ora, è sempre bene ricordare la storia.
La storia, infatti, è la memoria collettiva di un popolo.
Ricordare le date importanti, come la morte di Napoleone o la fine della II Guerra Mondiale, ci dà l'idea di fare parte della storia.
Ciascuno di noi, nel suo piccolo, fa parte della storia.
Per esempio, quando si va a votare, ciascun cittadino scrive un pezzetto di storia con il suo voto.
A volte, anche un'azione molto piccola ed apparentemente insignificante fatta da un singolo può cambiare il corso degli eventi.
A volte, la storia può cambiare per cause accidentali.
Per esempio, una tartaruga lanciata da un'aquila sulla testa di una persona calva che fu scambiata per un sasso fece morire un grande drammaturgo greco.
Sto parlando di Eschilo (525 AC-456 AC).
L'imperatore del Sacro Romano Impero Federico I (1122-10 giugno 1190) morì cadendo nel torrente Saleph, mentre partecipava alla III Crociata.
Papa Martino IV (Simon De Brion, 1210-28 marzo 1285) morì per un'indigestione.
Dunque, studiare la storia è importante per evitare il ripetersi degli errori e per avere la memoria collettiva della società nella quale si vive. 



Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.