il quotidiano "Il Giornale" riporta una notizia inquietante: nelle nostre carceri i fanatici islamici dettano legge.
Quando i secondini entrano nelle celle per fare una perquisizione, devono stare molto attenti, per non rischiare di avere qualche problema serio.
Se non si sono lavati le mani con il sapone prima di toccare il Corano, i detenuti islamici possono denunciarlo. Se a pranzo o a cena non viene servito, per esempio, del pesce anziché la carne di maiale, secondo i precetti coranici che impongono ai fedeli della religione islamica di magiare solo cibo halal, il detenuto musulmano può denunciare l'intera struttura. Questo perché sa che troverà sempre un magistrato a garantire quei diritti della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Tuttavia, lo stesso magistrato, quando c'è da stargli addosso per evitare che egli si radicalizzi e che possa preparare un attentato, gira lo sguardo da un'altra parte.
Secondo l'ultima informativa del ministro della Giustizia Andrea Orlando, nelle carceri italiane si sono almeno 10 mila detenuti di religione islamica. Di questi ben 7.500 sono praticanti e 350 i radicalizzati. Sono stime che potrebbero anche essere approssimative ma il problema esiste.
Le pareti di molte delle celle in cui stanno sono tappezzate di immagini di al Baghdadi, il capo dell'Isis.
Abbiamo il problema a casa nostra e noi continuiamo a prendere le cose alla leggera.
Crdiali saluti.
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