San Marino, la basilica |
su questo blog, la mia amica e socia Stephanie Caracciolo ama parlare della Romagna.
Io le faccio questo regalo, parlando della storia della Diocesi di San Marino-Montefeltro.
Questa diocesi si estende in due Stati, Italia e Repubblica di San Marino, ed è divisa tra la Repubblica di San Marino e le Regioni Emilia-Romagna e Marche.
Conta ben 81 parrocchie, 12 delle quali sono nella Repubblica di San Marino.
La sua sede è a Pennabilli, il capoluogo di un Comune che fino al 2009 faceva parte della Provincia di Pesaro-Urbino (Regione Marche) e che poi, con un referendum tenutosi nel 2006 e che era stato implementato nel 2009, era passato alla Provincia di Rimini (Regione Emilia-Romagna), con i Comuni di Novalfeltria, Talamello, Sant'Agata Feltria, Maiolo, San Leo e Casteldelci.
La Diocesi ha una storia molto antica.
Essa fu legata ai Santi Marino e Leone.
San Marino (275 AD-366 AD) fu uno scalpellino dalmata cristiano che scappò dalle persecuzioni operate dall'imperatore romano Diocleziano.
Nel 301, egli fondò la Repubblica di San Marino.
San Leone (San Leo) fu il suo compagno di viaggio.
Della diocesi se ne parla dal 785 AD, quando Carlo Magno (782 AD-814 AD) la istituì come diocesi suffraganea di Ravenna, con l'approvazione di Papa Adriano I (700 AD-795 AD).
Essa era denominata Diocesi di Montefeltro.
Il suo primo vescovo, però, fu un tale Agatone e fu menzionato nell'826 AD.
La sua sede fu a San Leo.
San Leo, Rimini, la cattedrale |
All'inizio del XV secolo, il vescovo Giovanni Seclani abbandonò San Leo per trasferirsi a Talamello, dove fece costruire il palazzo vescovile nel 1437.
Nel 1563, la diocesi divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Urbino.
Nel XVI secolo, il vescovo Gianfrancesco Sormani spostò la sua residenza a Pennabilli, con l'autorizzazione di papa Pio V e la conferma di Gregorio XIII mediante la bolla Aequum reputamus del 25 maggio 1572.
Questa traslazione fu propugnata dal Duca di Urbino Guidobaldo della Rovere (1514-1574), il quale bramava il controllo di San Leo senza ecclesiastici.
Al vescovo Sormani succedette il vescovo Consalvo Duranti, il quale ritenne che il trasferimento della sede a Pennabilli non fosse valido.
Nel 1621, egli si trasferì nell'abbazia di Valle Sant'Anastasio e sette anni dopo andò a vivere a Macerata Feltria.
Negli anni '70 del XVII secolo, il vescovo Giacomo Buoni volle ripristinare la sede in San Leo ma gli abitanti di Pennabilli fecero ricorso ed il vescovo fu trasferito.
Il 25 marzo 1729, Papa Benedetto XIII fece un motu proprio intitolato "Nuper nobis innotuit" con cui volle ripristinare come cattedrale la chiesa di San Leo e ridurre la cattedrale di Pennabilli a chiesa collegiata.
Gli abitanti di Pennabilli si opposero e le decisioni non ebbero alcun effetto.
Solo il 22 febbraio 1977, la diocesi prese il nome attuale, con il decreto Proprius dioecesis della Congregazione per i Vescovi, cedendo due parrocchie alla Diocesi di Sarsina ed altre dieci alla Diocesi di Rimini.
Queste parrocchie erano in Provincia di Forlì.
Invece, ottenne quattro parrocchie della Provincia di Pesaro e due in territorio di San Marino che erano della Diocesi di Rimini.
Dopo circa trent'anni di radicali restauri, il 17 giugno 2000 fu riconsacrata la cattedrale di Pennabilli; mentre la chiesa cattedrale di San Leo, magnificamente ripulita e consolidata, venne riaperta il 1° agosto 2006.
Nel 1982, la diocesi venne visitata da San Giovanni Paolo II e nel 2011 ci andò Papa Benedetto XVI.
Questa è la storia di una diocesi che (caso più unico che raro qui in Italia) ha la cattedrale in due Chiese diverse (aeque principaliter), in attesa di una soluzione definitiva.
Cordiali saluti.
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