Il Cantico dei Cantici, uno dei 73 libri della Bibbia, ci è stato donato da Dio per parlarci dell’amore.
Il tema è l’amore di Dio che tenta di conquistare il suo popolo e lo attira con legami soavi di tenerezza e vincoli di affezione. “Ti ho amato di amore eterno, per questo ti ho conservato la mia compassione” (Ger 31,3), sussurra il Signore. L’Amore di Dio scende sul suo popolo, si trasforma in quell’amore che l’uomo e la donna si scambiano, per risalire come straordinaria passione del popolo verso il suo Dio. E l’elemento costante, in tutto il Libro, è la sacralità dell’amore: la si trova in ogni cosa, in ogni parola, in ogni immagine, in ogni gesto o segno, ogni allegoria. Leggiamo: “Il nostro letto è lussureggiante; pareti della nostra casa sono i cedri…”; ancora: “I capelli dell’amata sono greggi di capre, il ventre dell’amata è un mucchio di grano circondato dai gigli”. Perché nel Cantico, l’amore si esterna anche attraverso il coinvolgimento dei sensi tutti, rafforzati dall’unione. L’amore è odorare il profumo, cibarsi del miele, bere vino e latte, ma soprattutto scambiare il proprio profumo col profumo di Dio: il profumo dei profumi. I due amati, di cui leggiamo il grande amore, fisico quanto spirituale, si appartengono totalmente, simboleggiano quindi, Dio e il suo popolo uniti da un donarsi reciproco e un’attrazione amorosa che possiamo identificare in quella di uno sposo e una sposa. L’amore è qualcosa di meraviglioso, esso è forte come Dio e divampa come il fuoco. “Perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo” (Ct 8,6-7).
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