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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 8 luglio 2015

Solidarietà a Magdi Cristiano Allam

Cari amici ed amiche,

sulla sua pagina di Facebook, Magdi Cristiano Allam ha scritto:
"Cari amici, per l’ennesima volta Facebook mi ha bloccato. Dopo 48 ore dall'eliminazione di una foto perché “non rispetta gli standard della comunità di Facebook in relazione alle immagini di nudo”, nella tarda mattinata un messaggio ha comunicato la sospensione per due giorni e 19 ore.
La foto in questione ritrae una persona fotografata a Roma mentre defeca su un marciapiede. Questa foto l’ho pubblicata insieme ad altre tre, di altre persone sorprese a Roma e a Brescia che urinano, defecano e si fanno il bidè per strada o in una fontana pubblica. Ovviamente con queste foto ho voluto documentare e denunciare il degrado in cui si vive nelle nostre città, ormai senza ordine, regole e civiltà.

Ebbene, inspiegabilmente, Facebook ha chiesto di eliminare solo una e non le altre tre foto dello stesso servizio che sono simili. Ma soprattutto come è possibile equiparare una foto che denuncia il degrado urbano con una foto di nudo che ha scopi commerciali o di promozione della prostituzione? A parte il fatto che Facebook è pieno di foto di donne nude o donne semi-nude che si auto-promuovono, mi domando come possa Facebook operare nell’arbitrio giuridico assoluto.

Siamo in uno Stato di diritto e la legge italiana deve valere indistintamente per tutti, compreso Facebook per ciò che concerne la partecipazione di cittadini o residenti sul territorio italiano. È ora di finirla con la dittatura informatica di Facebook. È ora di portare il caso alla giustizia italiana affinché faccia prevalere i diritti sanciti dalla Costituzione e dalle leggi sulla libertà d’espressione. Che non possono essere lesi o violati da un pugno di mascalzoni che inviano delle segnalazioni affermando di essere stati turbati dalla pubblicazione di un’immagine e chiedendone la rimozione. Così come non possono un algoritmo e singoli funzionari di Facebook sostituirsi alla Magistratura. Se si generalizzasse questo comportamento, precipiteremmo nella barbarie e trionferebbe la legge della giungla.".


Prima di tutto, sono solidale con Magdi Cristiano Allam.
A casa mia, questa è una censura.
Qui in Italia non si può dire ciò che si vuole.
Per esempio, se si dice che l'immigrazione clandestina è un problema, arrivano i soliti buonisti che attaccano ed accusano di razzismo la persona che fa queste affermazioni.
Purtroppo, questi buonisti sono bene organizzati in rete.
Essi attaccano uniti.
Nel caso di Allam, ci saranno state tante segnalazioni da parte di questi "buonisti" e Facebook le ha accolte,
Si sa, in Facebook vige il regime del "politicamente corretto".
Addirittura, in nome del "politicamente corretto", si tollera anche la blasfemia.
Questo dimostra il basso livello a cui si è arrivati.
Io ho visto le foto pubblicate da Magdi Cristiano Allam e non ho ravvisato nulla di pornografico.
In quelle foto si vedeva solo la situazione di reale degrado in cui versano le nostre città.
A certa gente (che ha tanta ipocrisia) questo dà molto fastidio.
Cordiali saluti.

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